Nuova Delhi (India), 23 mar. (LaPresse) – “Non vi è alcuna condizione sulla valutazione del sistema giudiziario e che cosa accadrà alla fine in caso di questi due marines sarà il giudice a deciderlo”. Lo ha detto il Ministro della Giustizia indiana Ashwani Kumar, come riferito dalla televisione Ibn Live. Intervistato dall’emittente, il ministro ha sottolineato l’indipendenza della corte da ogni influenza. “Abbiamo visto dalla sua nascita che nessuno detta condizioni alla Superma corte dell’India. Così deciderà in base alla sua coscienza giudiziaria e in base alla legge, e ritengo che il nostro sistema giudiziario abbia giustamente guadagnato il rispetto della comunità internazionale”.
Il ministro ha sottolineato che l’India non ha dato alcuna garanzia all’Italia riguardo il verdetto del tribunale contro i marò. “Tutto ciò che posso dire – ha affermato Kumar – è che il ritorno dei marines italiani è una conferma e unaa rivendicazione del sistema giudiziario indiano, ed è anche una rivendicazione della forte iniziativa diplomatica presa dal governo indiano, per assicurare che l’integrità dei processi giudiziari India fosse accolta. Abbiamo il dovere di rispettare le prescrizioni di cui della Corte suprema”.
Il giornalista ha chiesto al ministro se la Corte suprema indiana fosse stata forzata dal governo italiano e se non fosse stato imbarazzante per l’India. “Ritengo che il momento più imbarazzante sia stato per l’ambasciatore di un paese straniero giurare solennemente dinanzi alla più alta corte di un paese e poi tornare sulla propria parola” ha risposto Kumar. “Credo che il governo italiano abbia realizzato la gravità della situazione – ha continuato – non fosse accaduto, avrebbe certamente gettato un’ombra permanente”.
“Come può il potere esecutivo dare garanzie sulla sentenza di un processo giuridico? ha quindi risposto Kumar, rassicurando il giornalista che gli chiedeva come mai il ministro degli Esteri Salman Khurshid avesse rassicurato l’Italia sul fatto che i due marò non rischino la pena di morte. “Khurshid è anche un avvocato – ha aggiunto – oltre che essersi distinto come ministro, e sta a lui rispondere sulle sue affermazioni. Ma non credo che nulla nella sua dichiarazione debba essere letto con l’implicazione che qualcuno stia cercando di influenzare la sentenza”. “Non posso dire come il processo giudiziario si svolgerà – ha quindi risposto alle insistenze del giornalista per sapere cosa accadrà ora ai Marines in merito alla custodia e al processo – sta alla corte decidere”.
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