New York (New York, Usa), 21 mar. (LaPresse/AP) – Liberato dopo 22 anni per non aver commesso il fatto. È la storia di David Ranta, accusato dell’omicidio del rabbino di Brooklyn Chaskel Werzberger, ucciso l’8 febbraio 1990 da un uomo in fuga da un tentativo di rapina fallito. Il caso scosse l’opinione pubblica e migliaia di persone presero parte ai funerali della vittima. Una recente revisione del caso da parte dell’ufficio del procuratore generale ha sollevato dubbi sulle testimonianze raccolte e ha concluso che gli investigatori gestirono male alcuni aspetti dell’inchiesta. Il 58enne, condannato nel 1991, ha scontato questi anni un un carcere di Buffalo.

“Signore, lei è libero di andare”, ha sorriso il giudice davanti all’uomo in lacrime abbracciato dai famigliari. La figlia incinta di Ranta, che aveva due anni quando il padre venne arrestato, così come le sorelle dell’uomo e altri amici sono scoppiati in un grande applauso dopo le parole del giudice. I suoi genitori sono morti entrambi quando Ranta si trovava in prigione. “Sono sopraffatto. Mi sento come se fossi sott’acqua, nuotando”, ha commentato il 58enne, davanti ai giornalisti. Prima del rilascio dell’uomo, il giudice Miriam Cyrulnik ha offerto le proprie scuse: “Dire che mi dispiace per ciò che lei ha sopportato sarebbe un eufemismo… Ma lo dico lo stesso”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata