Nairobi (Kenya), 11 mar. (LaPresse/AP) – La commissione elettorale del Kenya non sta collaborando con il partito del primo ministro Raila Odinga, che sta lavorando a una causa per contestare i risultati delle presidenziali del 4 marzo, e ciò dimostra che nasconde brogli. Il ministro dell’Istruzione Mutula Kilonzo e il ministro dei Terreni James Orengo affermano che siano state compiute azioni mirate a coprire i brogli che hanno conferito la vittoria al vice premier Uhuru Kenyatta. Orengo in particolare sostiene che la commissione stia ignorando la richiesta del partito di concedere un’analisi dei registrati al voto. Kenyatta è stato dichiarato presidente eletto sabato, grazie al 50,07% dei voti conquistati nelle elezioni. Con questo risultato ha potuto evitare il ballottaggio con Odinga, suo principale avversario.
“La commissione elettorale si rifiuta di permettere a noi e agli altri keniani di capire se le elezioni siano state giuste e questo ovviamente significa che c’è qualcosa di errato nei loro risultati”, ha dichiarato Orengo, aggiungendo che è molto probabile che i numeri finali siano stati “ritoccati”. La commissione elettorale ha però negato di voler trattenere i documenti, spiegando che la mole di carte richieste è impossibile da consegnare nell’arco di una giornata. Kilonzo sostiene che le informazioni siano fondamentali per la formulazione della causa in tribunale.
“Questa situazione rappresenterà un precedente”, ha detto. “Faremo un buon lavoro, qualcosa che soddisfi la popolazione (in modo che, ndr) i giorni degli imbrogli, i giorni delle elezioni rubate e delle coperture finiscano”, ha aggiunto. Il presidente della Corte suprema, Willy Mutunga, ha dichiarato che la Corte è pronta ad ascoltare la petizione contro l’elezione di Kenyatta e tutte quelle che potrebbero emergere dopo il voto. Mutunga ha poi promesso che la sua Corte sarà imparziale, equa e giusta nelle sue valutazioni.
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