Timbuctù (Mali), 7 feb. (LaPresse/AP) – Le truppe francesi hanno iniziato a ritirarsi da Timbuctù, in Mali, dopo aver messo in sicurezza la città. I soldati si sono raccolti in diverse aree in vista della ritirata, obiettivo che secondo le previsioni sarà concluso entro cinque giorni, mentre gli ufficiali francesi dicono di aver completato la loro missione. “Abbiamo consegnato con successo la gran parte delle nostre responsabilità all’esercito maliano, che ora assumerà i nostri compiti. Ma non lasceremo la città di Timbuctù del tutto”, ha detto il capitano Franck, ufficiale impegnato nell’operazione Serval. Parte delle truppe resterà, ha spiegato, perché “una volta che saremo andati via, gli estremisti tornerebbero a mettere in difficoltà la popolazione. Al tempo stesso, però, non possiamo restare all’infinito”.
Oggi il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha ribadito in una intervista alla tv francese Bfm: “Il nostro obiettivo non può essere raggiunto solo con le armi”. Ha precisato che Parigi ha studiato a fondo diversi interventi in Paesi stranieri, prima di intervenire in Mali: “Non è l’Afghanistan, non è la Somalia, ma ci sono comunque lezioni da imparare”. Intanto, proseguono le operazioni militari a Gao, per individuare gli estremisti islamici che si sono mescolati alla popolazione locale. Il colonnello Thierry Burkhard, portavoce delle forze armate di Parigi, ha detto oggi che, a due settimane dall’ingresso dei soldati francesi e maliani a Gao, le operazioni sono ancora in corso e permane il rischio di “presenza residua” di terroristi tra la popolazione.
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