Davos (Svizzera), 27 gen. (LaPresse/AP) – Entro la metà di quest’anno il mondo saprà con certezza se la particella subatomica scoperta dagli scienziati del Cern di Ginevra è il bosone di Higgs a lungo cercato, ovvero la cosiddetta ‘particella di Dio’ che permetterebbe di scoprire il segreto dell’origine dell’universo. Lo ha affermato Rolf Heuer, direttore dell’Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare o Cern. Heuer ha detto ad Associated Press, a margine del World Economic Forum di Davos, di essere convinto che “entro la metà dell’anno noi avremo la soluzione”. Il numero uno del Cern ha paragonato il bosone di Higgs a “un fiocco di neve speciale, da identificare nel mezzo di una tempesta di neve e con dei mucchi di neve sullo sfondo”. Secondo Heuer il modello standard della fisica nucleare descrive solo il 5% dell’universo originato dalla enorme esplosione del Big Bang, come spiega la teoria dominante. Per spiegare come si compongono le particelle subatomiche, come elettroni, protoni e neutroni, il fisico scozzese Peter Higgs negli anni sessanta immaginò un campo di energia dove le particelle interagiscono con una particella chiave, il bosone di Higgs. L’idea è che più ‘particelle di Dio’ ci sono più la massa viene attratta. “Se viene scoperta una deviazione in una delle proprietà di questo bosone di Higgs, significa che potremmo aprire una nuova finestra sulla parte dell’universo oscuro, quel 95 per cento ancora sconosciuto”, ha dichiarato Heuer. La definizione ‘particella di Dio’ è stata coniata dal fisico premio Nobel Leon Lederman ed è utilizzata più dai laici che dai cattolici.
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