Praga (Repubblica Ceca), 26 gen. (LaPresse/AP) – Milos Zeman è stato eletto nuovo presidente della Repubblica Ceca. Con tutte le schede del ballottaggio scrutinate, l’ex premier socialdemocratico si è attestato al 54,8%, battendo il ministro degli Esteri conservatore Karel Schwarzenberg, che ha ottenuto il 45,2% dei voti. Zeman prenderà dunque il posto dell’attuale presidente euroscettico Vaklav Klaus, il cui mandato presidenziale scade il 7 marzo.
ZEMAN: CERCHERO’ DI DARE VOCE A TUTTI. È la prima volta che i cittadini della Repubblica Ceca scelgono il presidente con voto diretto. “Prometto che come presidente eletto in un voto popolare diretto cercherò di essere la voce di tutti i cittadini”, ha detto Zeman dopo l’annuncio dei risultati. Gli elettori sembrano aver voluto punire Schwarzenberg per le misure di austerità introdotte dal governo del quale fa parte per ridurre il deficit. “Sicuramente questo non mi ha aiutato”, ha detto Schwarzenberg, aggiungendo che manterrà l’incarico di ministro degli Esteri.
ZEMAN APERTO ALL’EUROPA. Economista, 68 anni, Zeman è il più favorevole dei due candidati all’Unione europea. I suoi collaboratori hanno inoltre stretti legami d’affari con la Russia per cui “potrebbe diventare un promotore di relazioni più strette con la Russia”, sostiene un analista della Charles University di Praga, Josef Mlejnek. Zeman non si oppone ad attacchi preventivi contro il programma nucleare iraniano ed è invece contrario all’indipendenza del Kosovo. In campagna elettorale una delle questioni più discusse è diventata l’espulsione del 1945 di circa tre milioni di tedeschi dall’allora Cecoslovacchia, decisione approvata dagli Alleati. Schwarzenberg aveva affermato che i cechi non dovrebbero esserne orgogliosi, attirando su di sé le critiche sia di Zeman che di Klaus. “Il nazionalismo è entrato in campagna elettorale”, ha commentato ancora l’analista. Nel 2002 proprio a proposito di questa vicenda ci furono tensioni tra Zeman e l’allora cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. Zeman, allora primo ministro, definì i tedeschi espulsi “la quinta colonna di Hitler” e Schroeder, in segno di protesta, cancellò la sua visita ufficiale a Praga.
PRIMO MINISTRO DAL 1998 AL 2002. Durante i quattro anni di mandato da premier, dal 1998 al 2002, il governo di Zeman privatizzò il settore bancario, in forte difficoltà, ma venne anche criticato per la scarsa trasparenza nella privatizzazione di proprietà statali e per non avere, in diverse occasioni, indetto gare pubbliche per appalti statali. Nel 2003 si ritirò dalla vita politica dopo il fallimento del suo primo tentativo di diventare presidente. Zeman è noto per il suo duro atteggiamento nei confronti dei giornalisti e per il suo linguaggio forte. Una volta, per esempio, paragonò il leader palestinese Yasser Arafat ad Adolf Hitler, attirando su di sé le condanne di Unione europea e Lega araba. In un’altra occasione chiamò “idioti” gli austriaci che si opponevano al nucleare in Repubblica Ceca. Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, inoltre, Zeman e il suo ministro dell’Interno affermarono che il dirottatore Mohamed Atta si incontrò con un alto ufficiale dell’intelligence irachena a Praga nell’aprile 2001. Quella testimonianza venne usata come prova per dimostrare i collegamenti fra Baghdad e al-Qaeda, ma in seguito la commissione Usa sull’11 settembre negò che l’incontro fosse mai avvenuto.
I POTERI DEL PRESIDENTE. In base alla Costituzione della Repubblica Ceca, il presidente può scegliere il primo ministro dopo le elezioni generali e nominare i membri del board della Banca centrale. Con l’approvazione della Camera alta del Parlamento, il presidente nomina anche i giudici della Corte costituzionale. Il suo è un ruolo soprattutto cerimoniale.
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