Algeri (Algeria), 18 gen. (LaPresse/AP) – Sono almeno sei gli ostaggi morti nel giacimento di gas In Amenas in Algeria, attaccato due giorni fa da militanti islamici. Il bilancio resta però incerto, perché i sequestratori hanno comunicato in precedenza la morte di 35 ostaggi e di 15 militanti. Ieri le forze algerine hanno condotto una lunga operazione per tentare di liberare gli ostaggi, riuscendo a salvarne numerosi, provenienti da dieci Paesi. Il destino di decine resta però sconosciuto, in particolare di statunitensi, britannici, francesi, norvegesi, romeni, malesi, giapponesi, algerini e dei militanti stessi.
Tra i morti ci sono britannici, filippini e algerini. Tra i liberati, irlandesi e norvegesi. Il reale bilancio delle vittime resta tuttavia confuso, con notizie contrastanti provenienti da diverse fonti. L’agenzia stampa ufficiale Aps ha riferito ieri di 4 ostaggi uccisi nell’operazione per liberarli, due britannici e due filippini. Altri due, un britannico e un algerino, sono morti mercoledì in un agguato che trasportava lavoratori stranieri verso un aeroporto.
Citando fonti ospedaliere, Aps ha riportato anche che sei algerini e sette stranieri sono feriti. Seicento algerini, ha riportato ancora, sarebbero stati liberati durante il raid di ieri, ma gli stessi militanti ne avevano dato notizia il giorno prima. Attraverso un sito web mauritano, i sequestratori avevano poi fornito un bilancio di 35 ostaggi e 15 militanti. Un portavoce della Brigata mascherata aveva dichiarato che solo sette ostaggi erano sopravvissuti.
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