Bamako (Mali), 11 gen. (LaPresse/AP) – La Francia ha lanciato un intervento militare in Mali a supporto dell’esercito del Paese contro l’avanzata degli estremisti islamisti legati ad al-Qaeda. Ad annunciarlo è stato il presidente francese François Hollande, spiegando che le operazioni dureranno “sino a quando sarà necessario”. Parigi ha già compiuto raid aerei, ha spiegato il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che si è però rifiutato di confermare l’eventuale presenza di truppe di terra. Informazioni del genere darebbero “indizi ai terroristi”, ha detto. Intanto il presidente maliano, Dioncounda Traore, ha dichiarato lo stato d’emergenza.
L’INTERVENTO DELLA FRANCIA. Le voci sull’intervento militare francese si rincorrevano da stamattina. Nella notte il presidente del Mali aveva chiesto a Parigi un aiuto per fermare l’offensiva di militanti e gruppi terroristici e in mattinata non si era fatta attendere la risposta di Hollande. La Francia è “pronta a fermare l’azione dei terroristi” che controllano il nord del Mali “se la loro offensiva continuerà”, aveva affermato. Poi nel pomeriggio le prime indiscrezioni, secondo le quali l’intervento sarebbe arrivato “molto rapidamente”. Infine la conferma ufficiale, arrivata prima dal Mali e poi da Parigi. A Bamako il colonnello Abdrahmane Baby, consigliere del ministero degli Esteri maliano per le operazioni militari, ha confermato l’arrivo di truppe francesi a sostegno del governo. Dalla Francia invece l’annuncio di Hollande: “oggi pomeriggio le forze armate francesi hanno sostenuto le unità del Mali nella lotta contro elementi terroristi”. L’inquilino dell’Eliseo ha precisato che le operazioni sono mirate in particolare a proteggere i 6mila cittadini francesi in Mali, che è una ex colonia francese. La decisione di Parigi è tuttavia rischiosa, visto che sette ostaggi francesi sono nelle mani di rapitori nel Paese e in passato gli estremisti avevano minacciato di vendicarsi in caso di un intervento della Francia.
LA CONQUISTA DI KONNA. La richiesta di aiuto di Traore e il conseguente intervento francese sono arrivati dopo che ieri il gruppo estremista Ansar Dine ha preso il controllo della città di Konna, per la quale si è combattuto mercoledì e giovedì. Si è trattato dei primi scontri fra le forze del governo maliano e gli islamisti dopo circa un anno. Le due parti infatti non combattevano da quando i militanti avevano catturato le città settentrionali di Gao, Kidal e Timbuktu, assicurandosi il controllo del nord del Paese. Konna testimonia inoltre un’avanzata dei ribelli dal nord verso il centro: costituisce infatti la conquista finora più vicina alla città di Mopti, la città più a nord ancora nelle mani del governo. Mopti, che si trova appena 70 chilometri a sud di Konna, è un porto strategico sul fiume Niger. Quattro mesi fa gli islamisti avevano conquistato la città di Douentza dopo brevi combattimenti con una milizia locale, ma non si erano spinti oltre.
DICHIARATO LO STATO D’EMERGENZA. Intanto il presidente del Mali, Dioncounda Traore, ha dichiarato lo stato d’emergenza in un discorso tenuto in televisione, precisando che resterà in vigore per 10 giorni e poi potrà essere rinnovato. Traore ha invitato le ditte che si occupano di estrazioni e le ong a offrire i loro pickup e furgoni all’esercito, sollevando dubbi sulle effettive capacità delle forze armate del Mali. Gli islamisti sostengono di volere imporre la sharia solo nel nord del Paese, ma si teme che possano spingersi anche più a sud. La capitale Bamako si trova a circa 700 chilometri dal territorio in mano agli estremisti.
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