Beirut (Libano), 30 dic. (LaPresse/AP) – “La situazione in Siria è grave. Molto, molto grave. Sta peggiorando, quasi 50mila persone sono state uccise in meno di due anni e se, Dio non voglia, la crisi proseguirà per un altro anno non ne moriranno altre 25mila, ma centomila. La situazione si sta deteriorando”. Così l’inviato speciale di Onu e Lega araba in Siria, Lakhdar Brahimi, parlando ai giornalisti al Cairo. Se il conflitto proseguirà, la Siria non si dividerà in Stati “come accaduto in Iugoslavia”, ma diventerà una nuova Somalia, “il che significa signori della guerra, e che il popolo siriano sarà perseguito da chi vuole controllare il suo destino”. Brahimi ha aggiunto che pace e sicurezza nel mondo saranno minacciate direttamente dalla Siria, se una soluzione non sarà trovata entro alcuni mesi.

“Temo quello che accadrà. La scelta è tra una soluzione politica o un pieno collasso dello Stato”, ha detto ancora Brahimi. Quando gli è stato chiesto se ritenga che Bashar Assad e l’opposizione abbiano la volontà di impegnarsi in un processo politico, ha dichiarato: “No, non ce l’hanno. Questo è il problema”. Le due parti, ha spiegato, non si parlano e per questo c’è bisogno di un aiuto esterno. Brahimi ha poi sottolineato che il piano concordato a Ginevra dovrebbe essere adottato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu: “Abbiamo una proposta e credo che sarà adottata dalla comunità internazionale”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: ,