Beirut (Libano), 23 dic. (LaPresse/AP) – Almeno sessanta persone sono morte in seguito a un raid aereo dell’esercito siriano sulla cittadina di Halfaya, nei pressi di Hama. Lo riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui il bilancio potrebbe ulteriormente aggravarsi perché una cinquantina di feriti è in condizioni gravi. Secondo un video amatoriale pubblicato online, l’attacco ha colpito un panificio. L’ennesima strage del conflitto arriva nel giorno in cui l’inviato speciale di Onu e Lega araba Lakhdar Brahimi è giunto a Damasco, dove domani dovrebbe incontrare il presidente Bashar Assad.
LE IMMAGINI DELLA STRAGE. Le immagini mostrano macerie e polvere coprire un altro cumulo di corpi lungo il muro dell’edificio, mentre residenti e ribelli armati trasportano via i feriti, e altre persone cercano i sopravvissuti. Non è chiaro perché le forze armate abbiano attaccato proprio questa città. Gli attivisti e i gruppi per i diritti umani accusano l’esercito di vendicarsi per le vittorie dei combattenti dell’opposizione, prendendo di mira i civili che li sostengono. Negli ultimi giorni, i ribelli si sono scontrati contro le forze del governo nella regione attorno a Halfaya, che si trova a circa 25 chilometri a nordovest di Hama, soprattutto nel villaggio di Morek. Gli attivisti riferiscono che i ribelli hanno preso alcuni posti di blocco del governo con l’obiettivo di tagliare la principale strada che percorre il Paese da nord a sud, attraverso cui i militari riforniscono i soldati nelle province di Aleppo e Idlib.
RAID ANCHE VICINO AD ALEPPO. Le violenze sono continuate oggi in tutta la Siria. Gli attivisti parlano di attacchi aerei per mano delle forze governative sui sobborghi a est di Damasco e nella provincia settentrionale di Aleppo. In particolare, secondo quanto riferisce via Skype un attivista di nome Hussein, è stata colpita la città di al-Safira, a sud di Aleppo, dove sono morte 13 persone tra donne e bambini, tra cui una madre con le sue cinque figlie. La città si trova vicino a un grande complesso militare dove ci sono fabbriche e basi dell’artiglieria e della difesa aerea. Secondo Hussein, i raid di oggi potrebbero essere una forma di rappresaglia per i recenti attacchi ribelli contro il complesso militare. “Gli attacchi – ha spiegato – non colpiscono i combattenti, ma mirano a vendicarsi sui civili”. Video pubblicati online, che sembrano autentici, mostrano un gruppo di case ridotte in macerie, quindi un uomo estrarre il corpo di un ragazzino. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, le vittime dell’attacco sarebbero almeno 12. Inoltre, negli scontri ad Afreen, dove i ribelli stanno provando a prendere il controllo di una base militare, hanno perso la vita almeno 10 combattenti e un numero imprecisato di soldati.
BRAHIMI INCONTRERA’ ASSAD. Sempre oggi, nel tentativo di trovare una mediazione al conflitto che prosegue ormai da quasi due anni, è giunto a Damasco l’inviato di Onu e Lega araba Lakhdar Brahimi. Si tratta della terza visita da quando ha assunto l’incarico al posto di Kofi Annan. Contrariamente alle altre occasioni, Brahimi non è volato direttamente a Damasco, ma è atterrato a Beirut, in Libano, e poi ha raggiunto la capitale siriana via terra, a causa dei pericoli derivanti dai combattimenti nella zona dell’aeroporto. Secondo fonti ufficiali libanesi, oggi Brahimi dovrebbe incontrare il ministro degli Esteri siriano Walid al Muallem, e domani il presidente Bashar Assad.
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