Doha (Qatar), 6 dic. (LaPresse/AP) – “Faccio un appello urgente, non come negoziatore, non come il leader della mia delegazione, ma come cittadino filippino. Chiedo a tutto il mondo, ai leader di tutto il mondo: aprite gli occhi alla cruda realtà che dobbiamo affrontare”. Questo l’apello lanciato da Naderev Sano, a capo della delegazione delle Filippine ai colloqui sul clima in corso a Doha, in Qatar.
“L’esito del nostro lavoro – ha proseguito – non deve rispecchiare la volontà dei leader politici, deve essere quello che ci chiedono 7 miliardi di persone. Basta rinvii, basta scuse: facciamo in modo che Doha sia ricordata come il luogo in cui abbiamo trovato la volontà politica per cambiare le cose”. Sano ha parlato della “tragedia straziante” che ha colpito nei giorni scorsi le Filippine, quando il passaggio del tifone Bopha ha provocato la morte di almeno 350 persone.
Intanto attivisti e altri partecipanti ai negoziati temono che la conferenza terminerà domani senza che sia raggiunto un risultato significativo. I delegati stanno lavorando su una proroga del protocollo di Kyoto, l’unico accordo vincolante esistente sul riscaldamento globale. Per il momento, tuttavia, il Giappone, il Canada, la Russia e la Nuova Zelanda si rifiutano di aderire. Questo vuol dire che la proroga sarebbe firmata soltanto da Unione europea, Australia e altri piccoli Paesi, responsabili complessivamente di circa il 15% delle emissioni globali.
Dal summit era inoltre attesa l’approvazione di un piano di lavoro per preparare il nuovo trattato che dovrebbe essere pronto nel 2015 ed entrare in vigore nel 2020. “Il tempo sta finendo e abbiamo bisogno di una maggiore flessibilità da tutte le parti”, ha detto Gregory Barkey, il ministro britannico per l’Energia e il cambiamento climatico.
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