Rangoon (Birmania), 19 nov. (LaPresse/AP) – Barack Obama, è arrivato in Birmania e, dopo un colloquio con il presidente del Paese Thein Sein, ha avuto un incontro privato con la leader democratica dell’opposizione e Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi. Si tratta di una visita storica, la prima in Birmania da parte di un presidente in carica degli Stati Uniti. Obama ha detto di aver visto segnali incoraggianti di progresso nel Paese negli ultimi anni. Parlando al termine dell’incontro con Aung San Suu Kyi, Obama ha precisato che fra quei segnali ci sono proprio il rilascio di Suu Kyi dai domiciliari e la sua elezione in parlamento. L’inquilino della Casa Bianca ha affermato che la sua visita in Birmania segna la svolta per l’avvio di un nuovo capitolo nei rapporti con gli Stati Uniti. I legami fra i due Paesi, ha detto Obama, diventeranno più forti se il percorso verso la democrazia proseguirà.

La visita di Obama in Birmania, nonostante sia di sole sei ore, ha un forte valore simbolico perché riflette una svolta nei rapporti del Paese con gli Usa. A conclusione della breve permanenza, l’inquilino della Casa Bianca ha tenuto un discorso all’università di Rangoon, luogo simbolo della lotta della Birmania per l’indipendenza dal Regno Unito e fulcro di molte proteste pro democratiche. L’ex giunta militare chiuse i dormitori negli anni ’90 temendo ulteriori rivolte e costrinse molti studenti a frequentare le lezioni in campus alla periferia della città. Obama ha elogiato i progressi del Paese verso la democrazia e ha chiesto ulteriori riforme.

In coincidenza con la visita di Obama il governo della Birmania ha rilasciato 66 detenuti, di cui almeno 44 prigionieri politici. L’ordine di amnistia, già annunciato ieri dalla televisione di Stato, è stato il secondo in una settimana e l’ultimo di una serie di misure attuate dal governo riformista del presidente Thein Sein. Nonostante l’esecutivo birmano neghi l’esistenza di prigionieri politici sostenendo che tutti i detenuti sono criminali, l’amministrazione di Thein Sein ha reso il rilascio degli attivisti uno dei punti centrali dell’agenda per le riforme democratiche. Tra le persone liberate oggi ci sono diversi attivisti per i diritti umani, ha dichiarato l’ex prigioniero di coscienza Soe Tun.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata