New York (New York, Usa), 17 ott. (LaPresse/AP) – Voleva far saltare in aria l’edificio della Federal Reserve a New York, a pochi isolati di distanza dal World Trade Center. Per questo è stato arrestato un 21enne originario del Bangladesh, Quazi Nafis, che secondo le autorità federali era legato ad al-Qaeda. L’arresto è avvenuto in un’operazione congiunta di Fbi e New York Police Department con agenti sotto copertura.
Il giovane aveva posteggiato fuori dalla sede della Fed un furgone carico di esplosivo e, secondo le autorità, avrebbe provato a farlo esplodere. I suoi complici erano tuttavia degli agenti sotto copertura e la bomba non era reale, per cui è stato arrestato sul posto. La sede della Federal Reserve a New York si trova al numero 33 di Liberty Street.
Nafis viveva a Queen. Stamattina si è recato in un magazzino e ha assemblato tutti i pezzi di quella che credeva fosse una bomba di oltre 450 chilogrammi usando esplosivi inerti forniti dagli agenti dell’Fbi sotto copertura. L’uomo, riferiscono i procuratori federali, aveva anche registrato un video in cui diceva: “Non ci fermeremo finché non conseguiremo la vittoria o il martirio”. Il giovane aveva proposto per i suoi attacchi diversi luoghi, tra cui anche la New York Stock Exchange, la Borsa di New York. In una lettera scritta si assumeva la responsabilità dell’attacco che avrebbe compiuto alla sede della Fed e affermava che voleva “distruggere l’America”. Non è chiaro se abbia già un avvocato. I procuratori federali fanno sapere che il giovane era monitorato da vicino dall’Fbi a New York e che i membri della Joint Terrorism Task Force e i cittadini non sono mai stati in pericolo.
Il giovane dovrà presentarsi oggi davanti a un tribunale di Brooklyn, dove risponderà delle accuse di tentato uso di armi di distruzione di massa e tentativo di fornire sostegno materiale ad al-Qaeda. Secondo quanto si legge nell’esposto a suo carico depositato presso la Corte, l’uomo era arrivato negli Stati Uniti a gennaio per compiere un attacco. Provava a reclutare complici, ma uno di loro era una fonte segreta dell’Fbi e Nafis è stato dunque seguito da vicino mentre provava a realizzare il suo piano di attentato.
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