Parigi (Francia), 6 set. (LaPresse/AP) – Assume i contorni di un dramma familiare la vicenda dei corpi ritrovati ieri senza vita su una strada in un bosco dell’Alta Savoia, in Francia, vicino al villaggio di Chevaline. È ormai certo, come confermato dal procuratore di Annecy, Eric Maillaud, che tutte le persone coinvolte, tranne il ciclista, appartengano a una famiglia britannica che si trovava in vacanza in un campeggio della zona, sul lago di Annecy. La famiglia era composta da padre, madre, nonna e due figlie. Solo le due bambine, di 7 e 4 anni, sono sopravvissute e la storia della più piccola ha dell’incredibile. La bimba, illesa, è infatti rimasta nascosta sotto i cadaveri di madre e nonna per circa otto ore fino all’arrivo degli esperti giunti intorno a mezzanotte da Parigi. Tutti i coinvolti, tranne la bimba incolume, hanno segni di colpi d’arma da fuoco. In particolare, tre delle quattro vittime sono state uccise con spari alla testa.

IL RITROVAMENTO DEI CADAVERI. Tre corpi sono stati trovati senza vita intorno alle 16 di ieri all’interno di una Bmw con targa del Regno Unito: il padre si trovava sul sedile anteriore, mentre le due donne su quello posteriore. Fuori dall’auto un passante ha rinvenuto invece, sempre ieri, il corpo di un ciclista che sembra non aver avuto alcun legame con la famiglia. Nei pressi c’era una bambina di 7 anni, ferita ma viva, che è ora in ospedale in attesa di essere operata. Non è in pericolo di vita. Secondo quanto riferisce il procuratore, è stata prima picchiata violentemente e poi raggiunta da spari.

BIMBA TROVATA GRAZIE A SEGNALAZIONE CAMPEGGIATORI. La seconda bambina è stata trovata solo nella notte, nascosta appunto nell’auto. Sono stati altri turisti che soggiornano nello stesso campeggio ad aver avvertito gli investigatori ieri, intorno alle 23, che della famiglia facevano parte due bambine, e non una. Non appena gli investigatori hanno aperto la portiera dell’auto, ha riferito il procuratore Maillaud, la bimba è saltata fuori dal nascondiglio, sorridendo e tendendo le braccia. Ha parlato in inglese, dicendo di aver sentito delle grida, ma non ha saputo descrivere cosa fosse successo. La piccola, ha raccontato il procuratore, “ha chiesto subito dove fosse la sua famiglia. Speriamo di ottenere più informazioni dalla sorella in modo che gli investigatori possano andare avanti con l’indagine”. Per ora, ha spiegato Maillaud, non si esclude nessuna ipotesi, compreso un regolamento di conti e la possibilità che la famiglia si fosse trovata “al posto sbagliato nel momento sbagliato”.

CRITICHE ALLE AUTORITA’. Il ritrovamento della bambina dopo diverse ore ha sollevato critiche nei confronti delle autorità francesi. “La piccola – ha cercato di spiegare il procuratore Maillaud – era rimasta completamente immobile sul pavimento del veicolo, dietro il sedile del passeggero, sotto le gambe e la gonna di una delle due donne uccise, accanto a un borsone, del tutto invisibile e silenziosa, il che spiega perché nessuno l’abbia notata prima”. I poliziotti, ha insistito il procuratore, non avevano motivo per sospettare la presenza di un altro bambino e stavano cercando di mantenere la scena del crimine intatta in attesa dell’arrivo di esperti da Parigi. “Quando si ha a che fare con un reato di questa portata – ha affermato Millaud – la cosa più importante è assicurarsi che l’indagine non venga in alcun modo compromessa”. Anche il tenente colonnello Benoit Vinnemann ha fornito una versione simile. “Vigili del fuoco, tecnici, medici hanno osservato l’interno dell’auto dai finestrini ma non hanno visto la piccola che, terrorizzata, non si è mai mossa. È rimasta sempre sotto le gambe della madre”, ha spiegato alla tv Bmf.

CACCIA AI RESPONSABILI. Subito dopo il ritrovamento, la polizia ha bloccato la strada a circa tre chilometri dal luogo dei fatti, e gli agenti stanno continuando le ricerche nella foresta circostante a caccia dei possibili responsabili, non è chiaro se uno o più di uno. Gli inquirenti non hanno ancora nessuna idea sulle possibili ragioni degli omicidi. Vicino all’auto sono stati rinvenuti circa 15 bossoli.

UNA DELLE VITTIME E’ SVEDESE. Per tutto il giorno, sono proseguite intanto le operazioni per identificare le vittime della strage. Il ciclista non aveva nulla a che fare con la famiglia britannica ed è stato individuato dopo che la moglie ne ha denunciato la scomparsa. Secondo il giornale francese Le Dauphine si tratta di Sylvain Mollier, 40enne con tre figlie, in congedo di paternità dal lavoro presso una ditta legata ad Areva. Secondo l’agenzia di stampa francese Sipa, l’uomo all’interno della Bmw si chiamava invece Saad al Hilli, di nazionalità britannica e nato nel 1962 a Baghdad. Da quanto riferisce Sky News, la moglie si chiamava Iqbal e le figlie sono Zehab e Zeinab. L’anziana, come confermato del governo di Stoccolma, era di nazionalità svedese e, secondo il passaporto ritrovato nell’auto, era nata nel 1938. Sky News ha inoltre rivelato che la famiglia abitava a Claygate, a sudovest di Londra. Un vicino di casa intervistato dall’emittente ha descritto Saad al Hilli come un ingegnere “molto innamorato delle sue due ragazze”

HOLLANDE HA INCONTRATO CAMERON. Sulla vicenda hanno discusso anche il presidente francese François Hollande e il premier britannico David Cameron, che si sono incontrati a Londra nel corso delle Paralimpiadi. “Faremo tutto il possibile per trovare i responsabili e il movente di quello che è successo”, ha promesso Hollande. Cameron ha assicurato che i diplomatici del Regno Unito faranno il possibile per aiutare le due ragazzine e ha sottolineato che “stanno lavorando duramente per scoprire cosa sia avvenuto”. “Naturalmente – ha aggiunto – prima possiamo arrivare in fondo e stabilire cosa è accaduto, meglio è”.

DIPLOMATICI ASSISTONO LE BAMBINE. Come riferisce l’ambasciatore del Regno Unito in Francia, Peter Ricketts, sono proprio i diplomatici britannici ad aver preso in carico le due sorelline sopravvissute. Primo obiettivo: contattare altri membri della famiglia che potrebbero offrire sostegno alle piccole, anche se per il momento non sono riusciti a trovare nessuno. Ricketts non ha voluto rivelare se le origini del padre possano avere qualcosa a che fare con il movente della strage. “Posso dire soltanto – ha risposto l’ambasciatore – che stiamo facendo il possibile per aiutare una piccola bambina rimasta profondamente traumatizzata in un Paese straniero di cui non conosce la lingua”. Per il momento i diplomatici britannici non hanno potuto incontrare la seconda bambina, rimasta gravemente ferita.

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