Bruxelles (Belgio), 28 ago. (LaPresse/AP) – Molti poliziotti stazionano da alcune ore davanti al convento delle suore clarisse di Malonne, dove a ore è atteso l’arrivo di Michelle Martin, la moglie del mostro di Marcinelle, Marc Dutroux, cui oggi la corte di cassazione ha concesso di passare gli ultimi 14 anni di condanna fuori dal carcere dov’era rinchiusa dal 1996. A Malonne, che si trova a 75 km da Bruxelles nel sud del Belgio la tensione è alta. Sui muri intorno al convento, dove la donna dovrà restare non potendo uscire né entrare in contatto con alcun parente o persona coinvolta nella vicenda di abusi sessuali che portò alla morte di 7 persone, tra cui sei ragazze, sono comparse nei giorni scritti varie scritte contro la Martin. A piedi di una statua sono poi stati appoggiati da ignoti due orsacchiotti e la foto delle due bambine di otto anni, per la cui morte la Martin è stata condannata.

“Vergogna per le sorelle” è invece poster che campeggia nel paesino, che attacca le clarisse che daranno ospitalità alla Martin. In Belgio in molti hanno chiesto che la donna rimanesse in carcere, nonostante le leggi del Paese consentano a chi superi il 50% del tempo di detenzione, di accedere a misure alternative di detenzione. La Martin, condannata a 30 anni nel 2004, fu arrestata nel 1996 e da allora è rimasta in carcere per 16 anni.

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