Bruxelles (Belgio), 28 ago. (LaPresse) – “C’è una sola parola per descrivere quello che sta succedendo: assurdo. Ma lo accetterò”. Si sfoga così Paul Marchal, papà di An, una delle bambine finite nelle grinfie del mostro di Marchinelle, Marc Dutroux, e della moglie Michelle Martin, che da oggi potrà vivere fuori dal carcere in un convento a soli 16 anni dall’arresto per aver partecipato all’uccisione e alle violenze su sei ragazze. “A proposito della Martin – aggiunge l’affranto genitore – la mia battaglia è fatta e finita. Ho perso”. Georges-Henri Beauthier, avvocato di Jean-Denis Lejeune, la cui figlia Julie di 8 anni morì per gli stenti procurati dalls ignora Dutroux, ha annunciato che la famiglia intende avviare una sua battaglia per cambiare la legge che consente in Belgio, una volta scontata metà della pena, di accedere a misure cautelari fuori dal carcere. “Prima lo chiederemo ai politici di cambiare questa legge – poi andremo ala corte per i diritti dell’uomo di Strasburgo”. Ma ci vorranno anni.

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