New York (New York, Usa), 24 ago. (LaPresse/AP) – Panico in centro a New York, dove nella mattinata l’incrocio fra la 34esima strada e la Fifth Avenue, proprio dove si affaccia l’Empire State Building, è stato teatro di una sparatoria. Due le persone rimaste uccise, una delle quali è l’assalitore. Nove invece i feriti, nessuno in pericolo di vita. Un portavoce dei vigili del fuoco riferisce di aver ricevuto una chiamata di allarme intorno alle 9 ora locale, le 15 in Italia, e racconta che le unità di emergenza sono arrivate sul posto pochi minuti dopo.

ASSALITORE LICENZIATO UN ANNO FA. Secondo le prime ricostruzioni, l’episodio sarebbe stato scatenato da una disputa sul lavoro. Da quanto riferiscono fonti ufficiali, ad aprire il fuoco è stato il 58enne Jeffrey Johnson. L’uomo era stato licenziato circa un anno fa da Hazan Import, il negozio in cui lavorava come designer di accessori femminili, nei pressi del grattacielo. L’aggressore ha aperto il fuoco con una pistola calibro .45, proprio contro il vicepresidente del gruppo, identificato da un ufficiale di polizia come Steven Ercolino, di 41 anni. Quindi Johnson, che nel negozio aveva lavorato sei anni ed era stato licenziato per un ridimensionamento del personale, ha iniziato a sparare contro i passanti. Secondo quanto riferisce la polizia, Johnson ed Ercolino si erano scambiati accuse di molestie quando il 58enne ancora lavorava per Hazan Import.

L’INTERVENTO DELLA POLIZIA. Da quanto emerge dai video di sorveglianza, dopo aver ucciso il 41enne, Johnson ha estratto la pistola calibro .45 da una borsa e l’ha puntata verso gli ufficiali di polizia. Questi hanno a loro volta estratto le armi e cominciato a sparare, uccidendolo. In un primo momento, il commissario di polizia Raymond Kelly aveva riferito che Johnson aveva sparato contro i poliziotti, ma le forze di sicurezza hanno poi detto che sono ancora in corso le indagini per capire se l’uomo abbia effettivamente aperto il fuoco anche in direzione degli agenti. “Gli ufficiali di polizia – ha dichiarato Kelly – non avevano assolutamente scelta. Quell’uomo ha estratto una pistola molto vicino a loro e forse ha aperto il fuoco nella loro direzione”.

ALCUNI FERITI FORSE COLPITI DA AGENTI. I due ufficiali intervenuti hanno esploso in totale 14 proiettili. Secondo quanto riferisce il sindaco di New York, Michael Bloomberg, alcuni dei feriti potrebbero essere stati raggiunti proprio dai colpi sparati dagli agenti. La pistola semi-automatica di Johnson poteva sparare otto colpi, ma uno è rimasto nel caricatore, spiega la polizia. Alcuni dei feriti sono stati colpiti solo di striscio, ma nessuno, spiegano le forze di sicurezza, è in pericolo di vita. Johnson aveva un altro caricatore all’interno della sua valigetta.

JOHNSON VESTITO ELEGANTE DA LAVORO. Diverse le testimonianze che stanno aiutando gli agenti a ricostruire la dinamica dei fatti. Secondo quanto racconta l’operaio edile Chris Odgen, che al momento dell’episodio lavorava su un ponteggio sopra l’ingresso del grattacielo, Johnson indossava un abito da uomo e aveva con sé una valigetta da lavoro. “Ha sparato al ragazzo in testa. Il giovane è caduto a terra. Quindi l’uomo gli ha sparato una seconda volta”, ha spiegato il testimone al tabloid Daily News. Quindi ha aggiunto: “Noi urlavamo dall’alto: ‘E’ il tizio vestito con l’abito grigio!'”.

TESTIMONE: SEMBRAVA CSI. La 27enne Rebecca Fox, residente nei Queens, spiega di aver visto persone correre per la strada e inizialmente ha pensato al passaggio di una celebrità, ma poi ha visto una donna colpita a un piede e un uomo morto per terra. “Ho avuto paura e ho iniziato a tremare per lo shock”, racconta, spiegando che la polizia è arrivata sul posto nel giro di pochi secondi. “Era come se essere in un episodio Csi, ma era reale”, ha aggiunto. “Stavamo solo lavorando e abbiamo sentito bang, bang, bang!”, spiega invece il 22enne Mohammed Bachchu, residente nei Queens, impiegato in un vicino negozio di souvenir. Uscendo di corsa dall’Empire, il giovane racconta di aver visto sette persone per terra, coperte di sangue. “La gente gridava: ‘Giù! Giù’. Ci sono voluti circa 15 secondi, abbiamo sentito un colpo dopo un altro”, ricorda Marc Engel, contabile che al momento dei fatti si trovava su un autobus. In pochi minuti dall’allarme, la polizia ha inviato sul luogo agenti ed elicotteri, che hanno sorvegliato la situazione dall’alto

ASSALITORE SPARAVA A CASO SULLE PERSONE. Un’altra testimone, Aliyah Imam, ha raccontato a Fox 5 News che l’uomo che ha aperto il fuoco “sparava indiscriminatamente sulle persone”. La Imam si trovava ferma a un semaforo pedonale rosso quando ha visto la donna accanto a lei cadere a terra, colpita al fianco. Una foto pubblicata su un account Instagram che appartiene a un utente che si identifica come mr_mookie, un testimone oculare, mostra una persona colpita, con la testa appoggiata sul marciapiede e il corpo sull’asfalto, mentre viene aiutata dai passanti. Non sono note né l’identità della persona nella foto, né le sue attuali condizioni.

BLOOMBERG: UNA TRAGEDIA, CONSIDERARE PROBLEMA ARMI. “È stata una terribile tragedia”, ha commentato l’episodio il sindaco di New York, Bloomberg, in conferenza stampa. “Non siamo immuni dal problema nazionale della violenza con armi da fuoco”, ha continuato il primo cittadino, che recentemente si è pronunciato a favore di maggiori controlli sulle armi a seguito della sparatoria avvenuta il 20 luglio nel cinema di Aurora durante la prima di Batman e di quella avvenuta il 5 agosto in un tempio Sikh in Wisconsin.

NON E’ PRIMA SPARATORIA ALL’EMPIRE. I fatti di questa mattina sono avvenuti in pieno centro a Manhattan, poco dopo l’ora di punta e in piena alta stagione per il turismo. La zona dell’Empire, una delle principali attrazioni turistiche della Grande Mela, è tra le più affollate. Sul sito del grattacielo si legge che esso accoglie ogni anno circa quattro milioni di visitatori. Tuttavia, già in precedenza era stato teatro di un episodio di sangue. Nel 1997, un uomo armato di pistola aprì il fuoco sul ponte di osservazione all’87esimo piano, uccidendo un turista e ferendo altre sei persone, prima di uccidersi.

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