Mosca (Russia), 6 ago. (LaPresse/AP) – Le componenti della band punk russa Pussy Riot hanno chiesto oggi in aula la sostituzione della giudice che si sta occupando del processo a loro carico, Marina Syrova, accusandola di essere politicamente di parte e di ignorare la loro versione della storia. Intanto, le tre ragazze, arrestate dopo essersi esibite in una protesta contro il presidente Vladimir Putin nella principale cattedrale di Mosca, incassano il sostegno dell’ex magnate Mikhail Khodorkovsky, che attacca il tribunale della capitale russa, e della popstar Madonna.

In aula, le Pussy Riot hanno spiegato di non avere avuto intenzione di urtare la fede di nessuno con la loro ‘preghiera punk’ nella cattedrale di Cristo Salvatore. “Siamo dei capri espiatori”, ha detto Maria Alekhina, 24 anni, che compone il gruppo assieme alla 23enne Nadezhda Tolokonnikova e alla 29enne Yekaterina Samutsevich. Il giudice ha però rifiutato di ascoltare qualunque mozione della difesa e le sessioni di 12 ore in aula sulle accuse di teppismo in questi giorni sono proseguite senza intoppi.

Le tre musiciste, in custodia da cinque mesi e che se condannate rischiano sette anni di reclusione, in precedenza si erano lamentate di essere state private di cibo e sonno. La Tolokonnikova oggi in aula ha detto che le azioni del giudice Syrova stanno trasformando lei e le sue compagne in “creature mute”. “Sono solo un corpo che viene portato avanti e indietro ogni giorno dalla cella al tribunale, dove resto dalle 10 alle 22 e dove le mie mozioni non vengono ascoltate”, ha detto la giovane con la voce tremante. Alekhina ha invece accusato il giudice di essere di parte: “Vostro onore ignora le imputate come parti eque del processo”, ha letto nei suoi appunti, aggiungendo: “Vostro onore è politicamente di parte e non rispetta le imputate”.

Intanto il sostegno alle ragazze, appoggiate nei giorni scorsi anche da diversi rocker britannici, è giunto anche da Khodorkovsky e Madonna. In un messaggio pubblicato dagli avvocati, l’ex magnate descrive come “doloroso seguire quello che sta succedendo al tribunale Khamovniki di Mosca”, lo stesso in cui lui venne condannato per la seconda volta a dicembre 2010. “La parola ‘processato’ qui può essere usata solo nel senso di inquisizione medievale”, si legge nel messaggio che poi continua: “E’ una vergogna per un grande Paese, noto per i suoi scienziati e pensatori, che rapidamente si trasforma in un’arretrata provincia asiatica”. Khodorkovsky ha ipotizzato che il giudice voglia accelerare i tempi del processo alle ragazze in modo da tenerlo nascosto durante l’ondata mediatica riservata alle Olimpiadi di Londra 2012 e per fare in modo che “la nostra vergogna non faccia il rumore che dovrebbe in realtà produre”.

Parole di appoggio al gruppo punk femminile sono giunte oggi anche da Madonna. “Ovviamente – ha dichiarato la popstar in Russia per il suo tour di concerti – credo nella libertà di parola e sono contro la censura, quindi spero che il giudice sia clemente con le Pussy Riot e che le ragazze vengano presto liberate”.

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