Beirut (Libano), 2 ago. (LaPresse/AP) – Non si ferma la battaglia per la conquista di Aleppo, dove da giorni truppe dell’esercito e ribelli si stanno scontrando. Questa mattina, secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, gli oppositori del governo di Bashar Assad hanno bombardato con un carro armato sottratto all’esercito l’aeroporto militare di Menagh, proprio vicino all’importante città settentrionale. La base è stata usata dalle forze governative in passato per lanciare raid sulle posizioni dei ribelli nell’area circostante. Intanto, intense esplosioni si sono verificate lungo il confine tra Siria e Turchia. Gli scoppi arrivano dalla cittadina siriana di Azaz, sotto controllo dei ribelli, appena al di là della città turca Kilis. La zona è una strada chiave per rifugiati e ribelli che fuggono da Aleppo, distante circa 30 chilometri.
La notizia dell’attacco all’aeroporto militare è la prima concreta indicazione del fatto che i ribelli hanno iniziato a schierare le armi pesanti dell’esercito di cui hanno preso il controllo nelle ultime settimane. Secondo il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdul Rahman, tuttavia, non è la prima volta che gli oppositori usano carri armati presi al regime. La conquista di Aleppo, dove questa mattina i residenti riportano problemi nei sistemi di comunicazione di internet e telefoni cellulari, è un punto chiave nella lotta civile che sta insanguinando la Siria. “Se Aleppo cadrà – ha commentato ieri sera tardi Burhan Ghalioun, del Consiglio nazionale siriano – allora automaticamente stabiliremo il quartier generale al palazzo presidenziale. Non c’è nulla che può ostacolare l’Esercito libero siriano. Hama, Homs e la periferie di Damasco sono state in gran parte liberate”.
Tuttavia, non ci sono effettive indicazioni che l’attacco all’aeroporto militare sia stato efficace. L’aeroporto sembra funzionante. Dopo l’assalto, infatti, un villaggio dell’area è stato attaccato dalle forze governative partite proprio dalla base. L’esercito di Assad è ancora molto bene equipaggiato e non ferma la sua azione. Sempre secondo quanto riportano gli attivisti, un raid questa mattina è stato lanciato sul villaggio di Abiyeen, fuori da Aleppo, a causa del quale sarebbero morte sette persone, tra cui donne e bambini.
Inoltre, le forze governative hanno lanciato un’offensiva a sud di Damasco, nel sobborgo di Yalda dove, secondo l’attivista Adu Qais, sono morte almeno venti persone, e nel quartiere di Jdaidat Artouz nel sudovest, Qui, riferisce l’Osservatorio, le vittime sarebbero addirittura 47. Venti persone, spiega ancora Abu Qais, sono state invece arrestate nel distretto di Muhajireen, vicino al palazzo presidenziale della capitale. Un’offensiva dei ribelli nella capitale siriana è stata sedata due settimane fa dalle forze governative, ma gli ultimi raid mostrano che nella città persistono ancora sacche di resistenza. L’agenzia di stampa ufficiale Sana conferma l’arresto di “numerosi terroristi”, in un’operazione militare iniziata ieri sera.
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