L’Avana (Cuba), 24 lug. (LaPresse/AP) – Cuba darà avvio entro la fine dell’anno a una fase sperimentale di cooperative non statali in diversi settori, dall’alimentare ai trasporti. Lo ha annunciato durante la sessione del Parlamento che si è tenuta ieri Marino Murillo, presidente della Commissione permanente di implementazione e sviluppo delle linee guida promosse dal VI Congresso del partito comunista di Cuba. Il programma pilota includerà 222 cooperative. Entità di questo tipo già esistono in ambito agricolo dell’isola, ma ancora non in altri settori. “Per queste cooperative e per le entità non statali – ha spiegato Murillo ai deputati – nel prossimo anno sono stati iscritti a bilancio 100 milioni di dollari, un finanziamento necessario affinché possa essere garantita la produzione. Perché se le creiamo ma non sono supportate da un finanziamento, non possono funzionare”.

L’economista ha voluto però ribadire che Cuba ha reso le imprese statali più efficienti e produttive, e che l’economia dell’isola continuerà a basarsi sulle imprese di Stato. “La parte più importante della nostra economia – ha aggiunto – saranno le imprese dello Stato socialista. Non pensate che tutto a un tratto i lavoratori del settore privato generino 40 o 50 miliardi di dollari nel Pil”. Quello delle cooperative è un nuovo passo del piano quinquennale per l’economia a cui il presidente Raul Castro ha dato il via e che ha già previsto la legalizzazione delle vendite di auto e case, e aumentato notevolmente il numero di imprenditori del settore privato dal 2010. Si tratta per lo più di piccole realtà, come ristoranti, centri assistenza per cellulari e gioiellerie.

In questo senso le autorità cubane insistono sul fatto che le riforme non siano una vera apertura al capitalismo, ma piuttosto un “aggiornamento” del modello socialista nazionale. I settori chiave rimangono infatti sotto controllo del governo. Nella sessione del Parlamento, ieri, a parte uno statuto in materia fiscale, non è stata annunciata alcuna nuova legge. Nessun riferimento nemmeno all’abolizione della ‘tarjeta blanca’ di cui i cubani devono essere in possesso per andare all’estero. Ma, intervenendo all’Assemblea, Castro ha ribadito che il governo intende riformare le regole migratorie. Per quanto riguarda le riforme economiche, il presidente ha ricordato la volontà di procedere con calma. “E’ una questione di tale portata da cui dipende il futuro socialista e indipendente del Paese – ha dichiarato – che non ci sarà mai spazio per i richiami che ci chiedono di smantellare immediatamente il socialismo e imporre le cosiddette terapie d’urto sulle persone”.

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