Berlino (Germania), 8 lug. (LaPresse/AP) – Il presidente siriano Bashar Assad ha ha accusato gli Stati Uniti di fomentare la rivolta contro il suo governo. Lo ha fatto nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente pubblica tedesca Ard, la terza rilasciata a un media occidentale da quando sono iniziati i disordini nel marzo del 2011. L’America, ha detto Assad, sta collaborando con “i terroristi… con armi, denaro o sostegno pubblico e politico presso le Nazioni unite”.

I principali ostacoli a una soluzione pacifica del conflitto, ha continuato, sono le nazioni che sostengono l’opposizione, in particolare Arabia Saudita e Qatar, che inviano armamenti, la Turchia, che aiuta con la logistica e il contrabbando attraverso il confine e appunto il supporto politico degli Stati Uniti. Il giornalista Juergen Todenhoefer ha chiesto come reagirebbe la Siria a un intervento militare. Resisteremmo, ha risposto il leader siriano, se attaccato “devi difendere il tuo Paese”.

Ha quindi sottolineato che ha ancora l’appoggio della gente e ha escluso con fermezza le sue dimissioni. “Il presidente non deve scappare dalle sfide – ha detto – e adesso abbiamo una sfida nazionale in Siria”. Assad si è quindi dichiarato pronto al dialogo politico con l’opposizione, ma intransigente con i terroristi che “stanno uccidendo la tua gente e il tuo esercito”. L’intervista è stata condotta giovedì a Damasco e registrata dalla televisione di Stato siriana. Secondo l’opposizione siriana, oltre 14mila persone sono morte nel conflitto.

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