Città del Messico (Messico), 2 lug. (LaPresse/AP) – Enrique Peña Nieto, candidato del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), ha vinto le elezioni presidenziali in Messico con circa il 38% dei voti. È quanto riporta l’Istituto elettorale federale, aggiungendo che Manuel Lopez Obrador del Partito della rivoluzione democratica ha raccolto il 31% delle preferenze, seguito da Josefina Vazquez Mota del Partito di azione nazionale con il 25% dei voti. Mota, prima candidata donna alle presidenziali in Messico, ha ammesso la sconfitta, mentre Obrador si è rifiutato di farlo e ha annunciato che attenderà prima il conteggio completo delle schede.

Peña Nieto, che in campagna elettorale si è presentato come nuovo leader del Pri, ha definito la sua vittoria “una festa per la democrazia”. Dopo 12 anni lontano dal potere, il partito torna così a governare il Messico. “Non c’è un ritorno al passato”, ha riferito il 45enne dopo aver dichiarato la vittoria. “Avete dato una seconda possibilità al nostro partito e noi vi daremo dei risultati”, ha proseguito, promettendo un governo democratico, moderno e aperto alle critiche. “Questa sera – ha poi detto ai sostenitori – la mia gratitudine va ai milioni di messicani che hanno votato per me. Lavorerò per tutto il Messico, governerò per tutti”.

Molti critici locali accusano il Pri, al potere nel Paese per 71 anni dal 1929 al 2000, di aver governato in modo autoritario e corrotto. Nell’ultimo periodo, però, il partito ha tentato di mostrarsi rinnovato. Il voto si è verificato senza particolari problemi, riferisce l’Istituto elettorale, nonostante alcuni seggi abbiano esaurito le schede. Nove persone sono state arrestate nello Stato meridionale di Chiapas per aver cercato di inserire nelle urne alcune schede pre-marcate con voti per il Pri. Il ministro dell’Interno, Alejandro Poire, spiega che per garantire la sicurezza durante il voto le forze di sicurezza federali hanno lavorato a stretto contatto con autorità locali, di Stato ed elettorali.

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