Ankara (Turchia), 26 giu. (LaPresse/AP) – Le forze armate turche “risponderanno a tutte le violazioni future sul confine con la Siria” lanciate da elementi militari di Damasco. Così il primo ministro di Ankara, Recep Tayyip Erdogan, in risposta all’abbattimento del jet militare turco, attaccato venerdì scorso dall’esercito siriano e poi precipitato in acque internazionali del mar Mediterraneo. Il premier ha rivelato che negli ultimi giorni gli elicotteri di Damasco hanno violato lo spazio aereo turco cinque volte, senza alcuna reazione di Ankara. “Le regole delle forze armate turche relative al conflitto sono cambiate”, ha però aggiunto. “Ogni elemento militare che si avvicinerà al confine turco dalla Siria, rappresentando un rischio alla sicurezza e un pericolo, sarà ritenuto una minaccia e trattato come un obiettivo militare”.

La disputa tra Turchia e Siria è arrivata anche alla sede della Nato, dopo la richiesta di Ankara di un incontro a Bruxelles in base all’articolo 4 del Patto atlantico, che permette a qualsiasi Paese membro dell’Alleanza di chiedere consultazioni se la propria sicurezza è stata minacciata. In una conferenza stampa da Bruxelles, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha condannato l’attacco contro il jet turco, definendolo “totalmente inaccettabile”. I Paesi membri dell’Alleanza, ha spiegato, “hanno espresso forte sostegno e profonda solidarietà nei confronti della Turchia” rispetto al velivolo abbattuto. Ma, come atteso, nell’esprimere la solidarietà della Nato ad Ankara, Rasmussen non ha fatto riferimento ad azioni di rappresaglia contro Damasco.

Il regime del presidente siriano Bashar Assad accusa il caccia turco di aver violato il suo spazio aereo, ma Ankara si oppone a questa versione, sostenendo che il jet sia entrato per errore nello spazio aereo siriano e fosse nello spazio internazionale quando è stato abbattuto. I due piloti sono ancora dispersi.

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