Tokyo (Giappone), 26 giu. (LaPresse/AP) – La Camera bassa del Parlamento giapponese ha approvato l’aumento dell’Iva nonostante la spaccatura interna al partito di governo. L’imposta crescerà del 10% nei prossimi tre anni. Il premier Yoshihiko Noda ha appoggiato la misura, sostenendo che sia fondamentale per ridurre il deficit, di oltre due volte superiore al Pil. Il voto porterà però con molta probabilità a un indebolimento dello stesso premier. Diversi oppositori interni al Partito democratico al potere ritengono infatti che la misura sia prematura e crei un ulteriore indebolimento dell’economia. Un anziano membro del partito, Ichiro Ozawa, ha minacciato insieme a diversi sostenitori di abbandonare il gruppo politico per la disputa relativa al rincaro. L’aumento è stato approvato grazie al supporto di due importanti partiti dell’opposizione e dovrebbe passare anche alla Camera alta. “Questa riforma non è solo per la nostra generazione, ma per il nostro futuro”, ha dichiarato Noda prima del voto, aggiungendo che l’aumento avrebbe dimostrato la determinazione del Giappone nel risolvere i propri problemi economici.

Il Paese è apparso diviso sulla riforma fin dal primo momento. Nonostante dopo il terremoto e lo tsunami del marzo 2011 i giapponesi siano più predisposti ai sacrifici per aiutare la ripresa del Paese, molti temono che imposte sulla vendita più alte possano colpire le proprie finanze personali. Il dibattito economico è però passato in secondo piano a causa della disputa politica. Se Ozawa lascerà il partito e sarà seguito da almeno 54 deputati, il gruppo politico del primo ministro perderà la maggioranza alla Camera bassa, portando con alta probabilità a elezioni anticipate.

Noda è in carica da settembre, dopo le dimissioni del predecessore Naoto Kan, dovute in gran parte alle critiche legate alla cattiva gestione del disastro nucleare di Fukushima causato dallo tsunami dell’11 marzo. In questo modo, Noda è diventato il sesto primo ministro nipponico in cinque anni. L’aumento delle tasse è stato da subito il punto centrale dei suoi sforzi per rafforzare l’economia del Paese, gravemente danneggiata dal disastro dell’anno scorso, ma già in crisi in precedenza. Il debito nipponico è infatti da anni tra i più alti al mondo.

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