Il Cairo (Egitto), 13 giu. (LaPresse/AP) – Il ministero della Giustizia egiziano ha conferito agli agenti di polizia e intelligence militare il diritto di arrestare civili. La disposizione, annunciata oggi nella gazzetta ufficiale, rimarrà in vigore finché non sarà pronta la nuova Costituzione. Secondo analisti militari si tratta di una misura temporanea, ma gli attivisti per i diritti umani temono che in questo modo il controllo esercitato dai generali sarà esteso, anche se, come è previsto, il mese prossimo il consiglio militare consegnerà i poteri a un governo civile. Alcuni hanno accusato i militari di voler ripristinare le leggi di emergenza adottate dal regime dell’ex presidente Hosni Mubarak e scadute il mese scorso.
La nuova misura prevede che civili potranno essere arrestati per una serie di presunti reati, tra cui “resistenza alle autorità”. L’ex procuratore militare Sayyed Hashim ha spiegato in un’intervista trasmessa dalla tv che lo scopo della modifica è riempire il vuoto nelle forze di sicurezza che si è creato a seguito della disgregazione della polizia dopo la rivolta dell’anno scorso. “La forza della polizia – ha affermato – non è stata recuperata del tutto e la sicurezza non è stata ripristinata”. Per Gamal Eid, noto avvocato e attivista per i diritti umani, si tratta invece di “una dichiarazione della legge marziale, come se vivessimo in una repubblica delle banane”.
La decisione del governo arriva in un momento particolarmente delicato. Domani infatti la Corte costituzionale egiziana dovrebbe pronunciarsi in merito a un ricorso presentato contro l’esito delle elezioni legislative e riguardo alla candidatura a presidente di Ahmed Shafik, ex primo ministro del governo di Mubarak.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata