Mosca (Russia), 12 giu. (LaPresse/AP) – L’opposizione russa è tornata oggi in piazza a Mosca, per la prima grande manifestazione dall’insediamento di Vladimir Putin alla carica di presidente. Secondo l’opposizione, a partecipare al corteo sono almeno 100mila persone. Più basso il numero fornito dalla polizia, che parla di 20mila dimostranti.

In concomitanza con la protesta, organizzata anche contro la legge che alza di 150 volte le multe per chi prende parte a manifestazioni non autorizzate, il Comitato investigativo russo ha convocato per oggi quattro leader dell’opposizione per sottoporli a interrogatori, dopo che ieri i loro appartamenti erano stati perquisiti. Si tratta del blogger Alexei Navalny, dell’attivista liberale Ilya Yashin, della presentatrice televisiva Ksenia Sobchak, e di Sergei Udaltsov, leader del Fronte di sinistra. Quest’ultimo tuttavia ha fatto sapere in mattinata via Twitter di non aver intenzione di rispondere alla convocazione e si è presentato in piazza, rischiando l’arresto.

Parlando davanti alla folla, Udaltsov ha ribadito la richiesta di nuove elezioni presidenziali e parlamentari, quindi ha invitato i manifestanti a marciare verso il quartier generale del Comitato investigativo russo, per chiedere il rilascio dei prigionieri politici. Un’azione non condivisa però da un altro leader della protesta, Boris Nemtsov, che parlando alla folla in un secondo momento ha sottolineato la necessità di agire nei termini di legge. “Dobbiamo agire in maniera responsabile, pacificamente e con calma”, ha detto Nemtsov. La manifestazione di oggi è stata organizzata in concomitanza con la festa nazionale nota come Giornata della Russia.

Intanto, il portavoce del Comitato investigativo russo, Vladimir Markin, fa sapere che durante la perquisizione nell’appartamento della Sobchak, le autorità hanno trovato un milione di euro in contanti. Ora, ha aggiunto Markin, sarà avviata un’indagine per capire se la donna abbia pagato tutte le tasse. La Sobchak, figlia unica dell’ultimo sindaco di San Pietroburgo, che fu mentore di Vladimir Putin, non aveva subito interventi della polizia fino alla perquisizione di ieri. “Non avrei mai pensato che saremmo arrivati a un grado tale di repressione”, ha scritto ieri su Twitter.

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