New York (New York, Usa), 7 giu. (LaPresse/AP) – Qualcuno ha sparato contro gli osservatori della Nazioni unite che stavano cercando di raggiungere il villaggio di Mazraat al-Qubair, in Siria, dove si è compiuto l’ultimo massacro. A dare la notizia è stato il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon, parlando all’Assemblea generale Onu. Agli osservatori disarmati, ha detto, è stato inizialmente negato l’accesso e successivamente “sono stati raggiunti da spari di armi di piccolo calibro”. Ban non ha fatto riferimento a eventuali vittime, condannando nel suo discorso le sempre più “spaventose atrocità” in corso nel Paese, perpetrate dal governo del presidente Bashar Assad. Da molti mesi, ha aggiunto, è evidente che Assad e il suo governo “hanno perso ogni legittimità”. Ha poi sottolineato che qualsiasi regime tolleri episodi come il massacro del mese scorso di oltre 100 civili a Hula e l’attacco di ieri a Hama “ha perso la sua umanità fondamentale”. “Condanno questa barbarie indicibile”, ha concluso.

Alle sue parole sono seguite quelle di Kofi Annan, inviato speciale di Nazioni unite e Lega araba in Siria, promotore del piano di pace che avrebbe dovuto garantire la fine delle violenze e l’inizio della transizione democratica. “È ancora possibile che la Siria esca dalla crisi – ha detto Annan – e per la gente della Siria, che sta vivendo in questo incubo, la comunità internazionale deve agire”. Secondo Annan, “il peggio è ancora evitabile”, ma i Paesi del mondo “devono unirsi in modo genuino” e compiere un nuovo sforzo, con una sola voce, per mettere fine all’escalation del conflitto e ci devono essere conseguenze per la mancata applicazione del piano di pace da parte di Damasco. Annan ha inoltre espresso “orrore e condanna” per il nuovo massacro avvenuto ieri a Hama: “Non possiamo permettere che omicidi di massa diventino parte della realtà quotidiana in Siria”.

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