Londra (Regno Unito), 30 mag. (LaPresse/AP) – Con cinque voti a favore e due contrari, la Corte suprema britannica ha appoggiato l’estradizione di Julian Assange in Svezia. Il massimo tribunale del Regno Unito, a cui si erano rivolti i legali del fondatore di WikiLeaks, ha confermato che il 40enne dovrà quindi tornare nel Paese scandinavo per affrontare le accuse di molestie sessuali avanzate da due donne, che hanno denunciato di aver subito abusi durante una visita del giornalista australiano in Svezia nel 2010. Tribunali di prima istanza avevano approvato l’estradizione già due volte. La procura svedese ritiene che il mandato d’arresto sia valido e debba essere rispettato. Tuttavia, le autorità svedesi non hanno ancora formulato le accuse nei suoi confronti.

Il presidente della Corte britannica, Nicolas Phillips, ha ammesso che il caso “non è stato facile da risolvere”, ma il tribunale alla fine ha stabilito “che la richiesta di estradizione è legale e di conseguenza ha respinto il ricorso”. Assange non sarà comunque estradato subito. Al termine dell’udienza, il suo avvocato, Dinah Rose, ha affermato che la sentenza si basa su prove di cui non si è discusso durante il processo e ha chiesto tempo per poter studiare meglio il verdetto con l’intenzione di riaprire il caso. Phillips ha detto che darà a Rose due settimane per decidere. Se la Corte suprema si rifiuterà di rivalutare la sentenza, il giornalista potrebbe presentare un appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma esperti legali sostengono che questo difficilmente fermerebbe l’estradizione a lungo.

Assange è diventato noto nel 2010 quando il sito da lui fondato aveva diffuso centinaia di migliaia di documenti segreti del governo e dell’esercito degli Stati Uniti, tra cui un video in cui si vedevano soldati americani in Iraq sparare da un elicottero a un gruppo di civili e giornalisti scambiati per insorti. Successivamente la pubblicazione da parte di WikiLeaks di materiali segreti del dipartimento di Stato Usa ha scatenato la rabbia del governo di Washington e destabilizzato le relazioni diplomatiche degli Usa in tutto il mondo.

Le accuse avanzate nei confronti del 40enne dalle due donne svedesi hanno tuttavia gettato un’ombra sul lavoro dell’organizzazione. Le due sostengono che l’attivista le abbia molestate e abbia cercato di stuprarle durante una visita in Svezia a metà del 2010. Assange ha respinto le accuse, dicendo che si è trattato di rapporti consensuali, ma ha rifiutato di recarsi in Svezia temendo di non poter contare su un processo giusto. Lui e i suoi sostenitori hanno inoltre ipotizzato che le accuse facciano in realtà parte di un piano volto a estradarlo negli Stati Uniti, dove sarebbe poi accusato di aver diffuso informazioni riservate.

Claes Borgstrom, avvocato che rappresenta le donne svedesi, ha accolto con favore la decisione della Corte suprema del Regno Unito, criticando tuttavia il sistema giudiziario britannico per aver gestito il caso troppo lentamente. “Ora finalmente abbiamo una decisione”, ha detto Borgstrom, notando che la lunga attesa è stata una causa di stress per le sue clienti. Il legale ha smentito che dietro le accuse delle donne ci sia un piano per estradare Assange negli Usa. “Non è che in Svezia corra un rischio maggiore che nel Regno Unito di essere consegnato” agli Usa, ha commentato Borgstrom.

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