Parigi (Francia), 29 mag. (LaPresse/AP) – Azione coordinata di diversi alleati europei e internazionali contro la Siria. Italia, Francia, Regno Unito, Spagna, Germania, Australia, Canada e Usa hanno infatti deciso di espellere i diplomatici di Damasco dai propri Paesi. Il primo a darne notizia questa mattina è stato il governo australiano, comunicando di aver espulso l’incaricato d’affari siriano, Jawdat Ali, e un altro diplomatico, in protesta contro il massacro di Houla, avvenuto venerdì, in cui sono state uccise almeno 108 persone, molte delle quali con esecuzioni sommarie. Ai due è stato ordinato di lasciare l’Australia entro 72 ore.

In mattinata si sono susseguiti in rapida successione annunci simili dei Paesi europei, Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Spagna, a cui si è poi unito il Canada. La Farnesina ha dichiarato “persona non grata” l’ambasciatore siriano a Roma, Khaddour Hasan. “Il governo italiano – si legge in una nota – ha inteso ribadire l’indignazione per le efferate violenze contro la popolazione civile ascrivibili alle responsabilità del governo siriano”.

Il presidente francese François Hollande ne ha dato notizia direttamente, parlando con i giornalisti a Parigi. L’ambasciatore siriano Lamia Shakkour, ha detto il capo di Stato, lascerà Parigi “oggi o domani”. La decisione, ha spiegato Hollande, è stata presa dopo discussioni di alto livello con il primo ministro britannico David Cameron e il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon. “Abbiamo deciso su un certo numero di tattiche di pressione da applicare sulla Siria”, tra cui appunto l’espulsione, ha proseguito Hollande, annunciando che a inizio luglio Parigi ospiterà la prossima conferenza internazionale del gruppo Amici della Siria.

È toccato poi a Londra. Funzionari britannici, in attesa dell’annuncio ufficiale del ministro degli Esteri William Hague, hanno annunciato l’espulsione dell’incaricato d’affari Ghassan Dalla e di due membri del personale diplomatico siriano. Quindi a Berlino, che ha dato all’ambasciatore Radwan Lutfi 72 ore per lasciare la Germania. Il governo tedesco e i suoi alleati, ha detto il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, sperano che “questo messaggio inequivocabile non cada nel vuoto a Damasco”. Anche la Spagna si è pronunciata in merito, dando a sua volta 72 ore di tempo all’ambasciatore Hussam Edin Aala e ad altri quattro diplomatici di Damasco per andarsene. Stessa cosa ha fatto il Canada.

Nel pomeriggio è arrivata poi anche la conferma dello stesso provvedimento da parte di Washington, che espellerà l’incaricato d’affari siriano, a cui ha dato 72 ore per lasciare il Paese. Gli Usa non hanno l’ambasciatore siriano dall’anno scorso, quando il precedente diplomatico aveva lasciato l’incarico per ricoprirne un altro. La portavoce del dipartimento di Stato, Victoria Nuland, ha riferito che Washington “ritiene il governo siriano responsabile di questo massacro di vite innocenti”.

In merito si è espressa anche l’Austria che ha convocato l’ambasciatore siriano al ministero degli Esteri, per protestare sul massacro di Houla. Alla domanda se le espulsioni si stiano verificando in tutta Europa, il portavoce del ministero, Nikolaus Lutterotti, ha risposto che una decisione non è stata ancora presa, ma ha spiegato che l’ambasciatore in Austria non sarà cacciato dal Paese perché detiene una funzione aggiuntiva, ossia quella di rappresentante di organizzazioni delle Nazioni unite a Vienna.

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