Monte Salak (Indonesia), 11 mag. (LaPresse/AP) – I soccorritori indonesiani hanno dovuto usare attrezzature da arrampicata per scalare il monte Salak, vulcano quiescente contro cui mercoledì si è schiantato un aereo di fabbricazione russa in volo dimostrativo con 45 persone a bordo. Le squadre di soccorso hanno dovuto arrampicarsi perché la fitta nebbia ha impedito agli elicotteri di raggiungere il sito del disastro. Poiché il luogo dello schianto non è stato ancora raggiunto, i funzionari indonesiani non hanno ancora fatto ipotesi sulle causa dell’incidente. Le televisioni locali hanno mostrato quella che è sembrata essere la coda dell’aereo, un Sukhoi Superjet-100, una parte di ala e altri rottami sparsi sullo scosceso fianco della montagna. Sul posto sono giunti investigatori russi e francesi, per unirsi alle indagini per la ricerca dei corpi delle vittime e delle scatole nere.
“Sei nostri elicotteri hanno tentato di avvicinarsi al punto dello schianto stamattina”, ha detto Sunarbowo Sandi, direttore operativo dell’agenzia indonesiana di ricerca e soccorso, che ha poi aggiunto che “con la visibilità ridotta a 5 metri è difficile per noi riuscire a portare via i corpi”. Sandi ha proseguito affermando che gli 85 soccorritori a piedi in arrampicata sulla montagna dovrebbero arrivare al punto dell’incidente entro la giornata di oggi. Le comunicazioni con la squadra di soccorso sono disturbate, ma la tv locale TVOne sostiene che alcuni suoi componenti siano arrivati sulla scena scoprendo solo rottami e nessun sopravvissuto. Le autorità temono infatti che tutte le 45 persone a bordo per seguire la dimostrazione dell’aereo siano morte. Il Sukhoi doveva eseguire un volo di soli 50 minuti, ma prima della metà del programma il co-pilota ha improvvisamente chiesto di scendere da 10mila a 6mila piedi di altezza senza dare spiegazioni. Poco dopo l’aereo è sparito dai radar.
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