Roma, 4 mag. (LaPresse) – C’è una “forte correlazione tra i difetti congeniti e l’esposizione al fosforo bianco dei genitori”. E’ il risultato di uno studio condotto a Gaza, secondo il quale il 27% dei genitori di bimbi affetti da problemi congeniti è stato esposto alla sostanza contro l’1,7% dei genitori di bambini sani. Il rapporto, intitolato “Difetti congeniti a Gaza: prevalenza, tipi, familiarità e correlazione con fattori ambientali”, pubblicato oggi dal International Journal of Environmental Research and Public Health, è stato condotto da un team di ricercatori palestinesi e italiani presso l’ospedale Al Shifa, dove si registra il 28% di tutte le nascite della Striscia di Gaza.
Si tratta della prima raccolta di dati sull’incidenza di difetti congeniti sulle nascite nella Striscia. I medici hanno registrato 4.027 nascite: 55 bimbi sono nati condifetti congeniti, 94 sono stati gli aborti spontanei e 30 i bimbi nati morti. Lo studio individua la prevalenza di gravi difetti congeniti in 14 bimbi nati su mille, una cifra leggermente più alta di quella individuata nei Paesi a bassa industrializzazione dell’area mediorientale, che si attestano tra 8 e 11 casi su mille, e più bassa della media di Stati Uniti (30 su mille) ed Europa (23 su mille).
Il team, si legge in un comunicato, ha condotto lo studio perché la presenza di elementi teratogeni nell’ambiente post-bellico è prevista a Gaza dopo l’operazione ‘Piombo fuso’. Lo stesso gruppo aveva trovato, infatti, in precedenza, prova di un principio di presenza nelle ferite delle vittime e nei capelli dei bambini , in uno studio pubblicato il 17 marzo 2010. Il tipo di metalli rilevati nelle ferite e nei capelli hanno un basso potenziale mutageno ma alto potenziale teratogeno e carcinogeno, non possono essere eliminati dall’ambiente e sono in grado di comportarsi come metalloestrogeni che possono incidere su diversi percorsi cellulari durante lo sviluppo dell’embrione e del feto. Gli scienziati specificano comunque che “prima di una conclusione definitiva sugli effetti di questi specifici armamenti, è necessaria l’analisi della contaminazione dovuta agli elementi tossici legati agli eventi bellici”.
“I metalli – spiegano gli esperti – negli organismi viventi si accumulano, e i loro effetti, se ci sono, si manifestano nel tempo. Abbiamo cercato di capire se ci siano effetti di lungo termine sulla salute riproduttiva che possano essere associati all’esposizione ambientale cronica”. Le affermazioni dei residenti circa i luoghi nei quali sono stati esposti al fosforo bianco sono stati verificati sulle mappe del Coordinamento dell’asistenza umanitaria (Ocha) delle Nazioni unite, sui dati del Unsco (coordinatore speciale per il processo di pace in Medioriente dell’Onu) e quelli del programma per lo sminamento di Gaza dell’Onu (Un Mine Action Team).
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