Parigi (Francia), 2 mag. (LaPresse) – Oltre tre ore di serrato dibattito in televisione, nella diretta del faccia a faccia fra Sarkozy e Hollande in corsa per la presidenza della Repubblica in Francia, dove si voterà domenica prossima per il ballottaggio. Toni accesi e scintille nel duello tv, durante cui i conduttori hanno fatto fatica anche solo a porre domande. L’ultimo, e per molti decisivo, confronto tra i candidati si è chiuso, secondo diversi osservatori, a favore del socialista François Hollande. Più sicuro e meno aggressivo, Hollande, è riuscito a tenere a freno il presidente uscente Nicolas Sarkozy, apparso più volte in affanno, soprattutto sulle difficoltà economiche della Francia. Sarkò è riuscito a riprendere vigore nel confronto con lo sfidante solo su temi come immigrazione e nucleare, temi chiave per la sinistra, su cui Hollande è sembrato fare qualche passo indietro, affermando che, se eletto, chiuderà solo una centrale, quella di Fessenheim, la più vecchia del Paese.

Sarkò ha attaccato, dando più volte, al suo sfidante socialista, del bugiardo. “Lei mente! Lei mi insulta, Lei mi calunnia”, ha detto il presidente in uno dei momenti più caldi del dibattito. Parole a cui Hollande ha risposto con pungente calma: “Adesso alla parola menzogna, si unisce la calunnia. La mancanza di rispetto è una sua metodologia”.

I temi affrontati sono stati diversi, dall’aumento dei prezzi del carburante, alle pensioni, dalla crisi economica alla scuola pubblica, alla disoccupazione, dal deficit pubblico, dall’immigrazione al nucleare fino alla politica internazionale. Non sono mancati nemmeno i riferimenti all’Italia. Hollande ha citato Mario Monti come voce autorevole, sottolineando che, come lui, è “convinto che non si possa vivere in recessione”, e ha poi attaccato Sarkozy con un riferimento all’ex presidente del Consiglio. “Berlusconi è tuo amico, sta nel tuo partito”, il Ppe, ha detto Hollande. “No, non è mio amico”, ha ribattuto Sarkozy allo sfidante socialista.

L’intervento di Hollande è iniziato con il tema della giustizia sociale. “Voglio essere il presidente della giustizia, perché stiamo attraversando una crisi grave che colpisce i più deboli. Io vorrei che la giustizia fosse al centro delle mie decisioni: giustizia sociale, fiscale e territoriale”, ha detto il candidato socialista in apertura, attaccando poi Sarkozy sulla sua convinzione di aver tenuto unito il Paese durante gli anni di mandato. “Io non sono un uomo di un partito, non parlo solo alla sinistra, ma a tutti i francesi”, ha detto Sarkò.

Il presidente uscente, fin dall’inizio, ha cercato di far leva sulla fiducia dell’elettorato e sulla necessità di apparire “veri” davanti occhi di elettori e telespettatori. “La Francia – aveva detto in apertura del confronto – non si può permettere di sbagliare”. Presto però il presidente ha lanciato il primo affondo, rinfacciando allo sfidante di “non aver detto una parola”, quando in campagna elettorale dai socialisti è stato “paragonato al maresciallo Petain”.

Tra i primi argomenti trattati, il debito pubblico, su cui Hollande ha attaccato, sostenendo che sia “raddoppiato” durante il mandato di Sarkozy. “Il mio obiettivo – ha detto il socialista – è ristabilire i conti pubblici e il pareggio di bilancio entro in cinque anni”. Hollande ha poi sottolineato che le sue politiche fiscali, in caso di elezione, prevederebbero un prelievo più alto su “coloro che hanno maggiori disponibilità finanziarie e che hanno beneficiato delle politiche fiscali del candidato uscente”. “Io – ha proseguito lo sfidante – proteggo i figli della Repubblica, lei protegge i più privilegiati, ed è un suo diritto”.

Frecciate sono però arrivate anche sulle politiche del lavoro di Sarkozy, che Hollande ha definito un “fallimento”, facendo riferimento all’alta disoccupazione, arrivata al 10%. La competenza sulla disoccupazione, ha detto il presidente uscente, “è divisa fra regioni, ufficio di collocamento, e altri enti. Non è colpa esclusivamente dello Stato, serve un cambiamento perché la formazione finisca nelle mani dei disoccupati: il dramma vero è non riuscire a trovare un nuovo lavoro perché non c’è offerta di formazione e non solo perdere il lavoro”. Proprio questo è stato uno dei momenti che più ha acceso il dibattito. Alle parole di Sarkò, Hollande ha infatti ribattuto: “Lei dice sempre che non è colpa sua”, su tutti i fronti, su temi come “disoccupazione”, “innovazione”, ma anche sui conti deficitari del commercio con l’estero. “Qualsiasi cosa succeda – ha proseguito Hollande – lei è sempre contento, anche se i francesi hanno meno soldi”.

Sarkozy si è quindi attaccato al legame con la forte Germania di Angela Merkel. “La Germania – ha detto rivolgendosi all’avversario – ha fatto esattamente il contrario della politica che lei propone”. Il presidente uscente ha quindi difeso la politica di sostegno ai lavoratori portata avanti dal suo governo. “Abbiamo finanziato ben 180 milioni ore di cassa integrazione, più di un miliardo di euro”. “Hollande – ha rimarcato Sarkò – invece ha detto che non abbiamo fatto niente”.

Forte il confronto anche sul tema delle tasse. “Signor Hollande, lei vuole meno ricchi, mentre io voglio meno poveri” ha detto Nicolas Sarkozy. “La Francia con la Svezia è lo Stato in cui le tasse sono più alte. E lei è favorevole ad aumentare ancora l’imposizione”, ha aggiunto Sarkozy. “Per finanziare la sua follia nella spesa, lei vuole aumentare ancora di più le tasse”, ha continuato Sarkò. “Lei ha aumentato le tasse di un punto e mezzo. Ed era lei al potere da 10 anni, non io”, ha ribattuto Hollande. “Quale è il livello del prelievo obbligatorio?”, ha chiesto Hollande incalzando Sarkò, che ha cercato di eludere la domanda chiosando: “Io non devo rispondere”.

Il dibattito si è concentrato anche sulla scuola pubblica in cui, ha accusato Hollande, sono stati soppressi “80mila posti di lavoro, soprattutto tra coloro che aiutano bambini in difficoltà, come gli insegnanti di sostegno”. “Io – ha proseguito il candidato socialista – mi sono assunto un impegno: creare 12mila posti di lavoro all’anno in tutti i settori dell’insegnamento”. Hollande ha quindi ribadito le sue promesse in tema di pensioni, come quella di voler “tornare al limite dei 60 anni per coloro che hanno svolto lavori logoranti”.

Dopo una prima ora di difficoltà, Sarkozy ha provato a riprendere slancio facendo leva sulla sua maggiore esperienza nel panorama europeo. “Hollande – ha rimarcato Sarkò – non conosce bene l’Europa e non sa che in Europa non basta battere il pugno, ma bisogna trovare dei compromessi. Questa è l’Europa di Monet, De Gaulle e Delors, questa è l’Europa dove bisogna capirsi”. Poi il presidente-candidato ha affermato, rivolgendosi a Hollande: “Lei mi ha detto che abbiamo cercato di risolvere la crisi in ritardo, ma Lei – ha chiesto Sarkozy, con tono ironico – pensa che fosse agevole farlo, che bastasse arrivare in giacca e cravatta, pensa sia stato facile?”. Abbiamo evitato l’annichilimento della Grecia e l’implosione dell’euro, fondato sul tandem franco tedesco”, ha concluso Sarkozy.

Dopo il confronto-scontro televisivo, in diretta, il giudizio determinante per i due contendenti ora sarà quello che verrà fuori dalle urne domenica.

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