Torino, 28 apr. (LaPresse) – “Lo so per certo, è stato ordito un complotto contro di me”. Così Dominique Strauss-Kahn in un’intervista del Guardian pubblicata oggi dal Corriere della Sera, in cui per la prima volta Dsk parla delle vicende del Sofitel di New York e dell’accusa di stupro lanciata da una cameriera, che a maggio dello scorso anno lo costrinsero alle dimissioni dall’incarico di direttore del Fondo monetario internazionale e poi a rinunciare alla possibile corsa per l’Eliseo. In merito alla candidatura, Dsk rivela: “Avevo in mente di annunciarlo il 15 giugno e non ho dubbi che sarei stato il candidato socialista di punta”.
Parlando con il giornalista del Guardian, Strauss-Kahn si dice certo di essere stato spiato per giorni prima del soggiorno al Sofitel. Gli eventi successivi, aggiunge, sono stati “architettati da avversari politici”. Nell’intervista si affronta anche il mistero dei cellulari. L’ex direttore dell’Fmi aveva chiesto ai servizi di sicurezza di criptare i suoi sette telefoni ma, poco prima del viaggio in Usa, si erano tutti inceppati e le protezioni erano state rimosse. “Forse sono stato politicamente ingenuo, ma davvero non credevo che quelli si sarebbero spinti a tanto… che avrebbero trovato un modo per fermarmi”.
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