Baghdad (Iraq), 19 apr. (LaPresse/AP) – Almeno 30 persone sono morte e decine sono rimaste ferite in una serie di 12 attacchi che ha insanguinato diverse città dell’Iraq. Colpite, oltre alla capitale Baghdad, le città di Kirkuk, Samarra, Baquba, Dibis e Taji. Colpi di mortaio sono stati inoltre sparati a Beiji e Tikrit, città natale di Saddam Hussein, dove però non si registrano vittime o feriti.

Il primo attacco è avvenuto all’alba a Baquba, nell’est del Paese, dove è saltata in aria un’autobomba che ha provocato la morte di una persona e il ferimento di altre 13. A Dibis, vicino a Kirkuk, spiega il brigadier generale Sarhad Qadir, è esplosa un’altra autobomba che ha ucciso sei persone e ne ha ferite quattro. A Baghdad ordigni e autobombe hanno preso di mira pattuglie delle forze di sicurezza e il convoglio del ministro della Salute Majeed Hamad Amin che si stava recando al lavoro. In totale, negli attacchi della capitale sono morti dodici passanti, per lo più in quartieri sciiti. Amin, curdo iracheno, non è rimasto ferito, ma la bomba esplosa al suo passaggio ha provocato la morte di due persone e il ferimento di altre sei.

A Kirkuk, due esplosioni hanno preso di mira una pattuglia della polizia e un ufficiale provinciale, uccidendo tre persone e ferendone 21. A Taji, appena a nord di Baghdad, una bomba è esplosa la passaggio di una pattuglia, provocando il decesso di un passante e il ferimento di sei persone, tra cui tre poliziotti. Poche ore dopo, un altro ordigno ha ucciso due soldati, ferendone altri quattro. A Samarra, infine, un attentatore suicidia si è fatto esplodere nell’auto che stava guidando nei pressi di un posto di blocco controllato dalle milizie sunnite della Sahwa (chiamata anche Consiglio nazionale per il risveglio dell’Iraq). Cinque membri della milizia sono morti e otto sono rimasti feriti.

Per ora non sono arrivate rivendicazioni per gli attentati ma secondo il portavoce del comando militare di Baghdad, il colonnello Dhia al-Wakeel, le esplosioni ricordano lo stile degli attacchi di al-Qaeda. “Vogliono mandare il messaggio che possono colpire la stabilità raggiunta recentemente. Ma questo non scoraggerà le nostre forze di sicurezza”, ha commentato il portavoce.

Gli ultimi episodi rischiano tuttavia di inasprire ancor di più il conflitto che vede fronteggiarsi da una parte gli sciiti, alla guida del governo, dall’altra sunniti e curdi. Il vicepresidente, il sunnita Tariq al-Hashemi, è ricercato con l’accusa di aver assoldato squadroni della morte per colpire ufficiali sciiti, ma sostiene che si tratti di illazioni motivate politicamente. Al tempo stesso, il leader regionale curdo Massoud Barzani ha paragonato il governo di Baghdad a una dittatura. “Per gli attacchi di oggi – ha commentato il deputato sunnita Hamid al-Mutlaq, membro della commissione difesa e sicurezza del Parlamento – riteniamo responsabili tutte le forze di sicurezza del governo e i leader del processo politico”.

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