Londra (Regno Unito), 18 apr. (LaPresse/AP) – Gli avvocati del comandante militare libico Abdel Hakim Belhadj hanno annunciato che intraprenderanno un’azione legale contro l’ex segretario agli Esteri britannico Jack Straw, che ritengono colpevole di aver approvato nel 2004 il suo trasferimento in patria, dove poi è stato torturato dal regime di Muammar Gheddafi. I legali hanno preso la decisione dopo che i media britannici, primo fra tutti il Sunday Times, hanno rivelato che fu proprio Straw a firmare i documenti che hanno permesso la consegna di Belhadj alle autorità libiche di allora, dopo il suo arresto a Bangkok. Lo studio legale Leigh Day & Co spiega di aver chiesto all’ex ministro di produrre una serie di documenti relativi al caso, tra cui diari e appunti.
Belhadj, che è stato tra i leader della rivolta dello scorso anno e oggi è comandante del consiglio militare di Tripoli, sostiene inoltre che anche il governo britannico e l’agenzia di intelligence MI6 abbiano avuto un ruolo nella sua vicenda. E nei loro confronti il comandante e un altro oppositore di Gheddafi, Sami Al Saad, hanno già presentato causa.
“Se l’ex segretario agli Esteri non confessa ora il suo ruolo in questa incredibile vicenda, dovrà considerare la possibilità di difendere la sua posizione in tribunale”, ha commentato Sapna Malik, partner dello studio legale. I ministri britannici già in passato hanno negato la propria complicità in casi simili. Straw, segretario agli Esteri per governo di Tony Blair tra 2001 e 2006, non è stato finora raggiungibile. Tuttavia, lo scorso anno, intervistato dalla Bbc, aveva detto che il governo laburista era totalmente contrario “a qualsiasi uso della tortura o di metodi simili”. “Non solo non l’approviamo, ma non siamo stati complici né abbiamo chiuso gli occhi su di essa”, aveva detto alla Bbc, aggiungendo però: “Nessun segretario agli Esteri può conoscere tutti i dettagli di ciò che le sue agenzie di intelligence stanno facendo in ogni momento”. Il segretario agli Esteri britannico ha la responsabilità di approvare le operazioni condotte dall’MI6 e dall’agenzia di sorveglianza Gchq.
In un discorso di novembre, l’attuale segretario William Hague aveva spiegato che nel corso del suo lavoro è tenuto a esaminare “proposte operative dalle agenzie (di intelligence, ndr) ogni giorno, per un totale di centinaia all’anno”. Hague riconobbe in quell’occasione di dover prendere “spesso decisioni non semplici” e che la maggior parte “riguarda pareri sulla cooperazione con altri Paesi”. “Io – disse Hague – mi assumo la responsabilità ultima per queste operazioni, ma non le approvo tutte”.
Nel 2010 il Regno Unito pagò milioni di sterline di risarcimenti, con un accordo extragiudiziale, a 16 ex detenuti di Guantanamo che avevano accusato Londra di complicità nei trattamenti ricevuti durante la detenzione, anche se il governo non ammise alcuna responsabilità. Non è chiaro però come si comporterà Londra in questa occasione. “La cosa importante è assicurare un giusto processo nel procedimento civile”, ha commentato in merito alla vicenda di Belhaj, la portavoce del primo ministro David Cameron. L’ufficio del premier non ha tuttavia detto se il governo proverà a intervenire per impedire che documenti sensibili possano essere resi pubblici in tribunale.
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