Ginevra (Svizzera), 3 apr. (LaPresse/AP) – A vent’anni dall’assedio di 44 mesi a Sarajevo, il più lungo dell’epoca moderna, le persone senza casa sono ancora 74mila. Lo denuncia l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) tramite la portavoce Melissa Fleming. La situazione degli sfollati in Bosnia e più in generale nella regione dell’ex Jugoslavia rimane in cima alle cinque priorità dell’Unhcr. La portavoce spiega che i governi locali stanno intensificando gli sforzi per trovare un’abitazione “ai 74mila rifugiati e sfollati più vulnerabili e in necessità”. Le guerre jugoslave hanno provocato 200mila vittime e lasciato senza casa 2,7 milioni di persone, il più alto numero di rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale. L’assedio della capitale bosniaca è iniziato il 6 aprile 1992 e si è concluso il 29 febbraio 1996. In questo arco di tempo si consumò anche una delle peggiori stragi della storia, il massacro di Srebrenica del luglio 1995, in cui persero la vita migliaia di bosniaci musulmani.
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