Oakland (California, Usa), 2 apr. (LaPresse/AP) – Sette persone sono state uccise e tre ferite da un uomo sudcoreano che ha sparato nell’università cristiana Oikos di Oakland, in California, dove aveva studiato. Lo rende noto il capo della polizia locale, Howard Jordan, aggiungendo che l’autore della strage è stato identificato nel 43enne One L. Goh. Delle sette vittime, cinque sono morte sulla scena dell’attacco e altre due in ospedale. I feriti sono tutti in condizioni stabili e almeno uno è già stato dimesso.

La prima chiamata al 911 è arrivata alle 10.33 locali, le 19.33 in Italia, quando è stata vista una donna sanguinante a terra. Sono seguite diverse telefonate provenienti dal college e il primo poliziotto giunto sul posto ha trovato una persona gravemente ferita da colpi di arma da fuoco. I poliziotti hanno circondato l’area, credendo che il sospettato fosse ancora dentro l’istituto, ma è stato poi catturato circa un’ora dopo la sparatoria dentro un centro commerciale vicino. Tashi Wangchuk, la cui moglie frequenta l’università e ha visto l’attacco, spiega che l’uomo ha prima sparato a una donna all’entrata del college e poi ha iniziato a colpire a caso le persone all’interno delle aule. Diversi testimoni riferiscono che One L. Goh era un ex studente di infermieristica, notizia confermata dal fondatore dell’istituto, il pastore Jong Kim, secondo cui l’uomo è appunto un cittadino sudcoreano. L’uomo ha raccontato all’Oakland Tribune di aver sentito circa 30 colpi d’arma da fuoco nell’edificio, mentre si trovava nel proprio ufficio. Angie Johnson, 52enne che si trovava vicino alla scuola, ha raccontato di aver visto una donna uscire dall’edificio perdendo sangue da un braccio e urlando di essere stata colpita.

Una guardia di sicurezza del centro commerciale che ha chiamato la polizia spiega di essersi avvicinato all’autore dell’attacco dopo aver notato comportamenti sospetti. Il sudcoreano ha quindi chiesto alla guardia di poter parlare con la polizia perché aveva sparato a delle persone. “Non mi sembrava sollevato, non ho visto nessuna emozione sul suo viso”, riferisce Lisa Resler, una cliente del negozio che ha visto One L. Goh. Poco dopo la sparatoria, il 43enne ha confessato al padre in una telefonata quanto accaduto. Quest’ultimo ha poi avvisato le autorità. “Questa tragedia senza precedenti – dichiara il capo di polizia di Oakland – è stata scioccante e senza senso”.

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