Addis Abeba (Etiopia), 23 mar. (LaPresse/AP) – L’Unione africana (Ua) ha sospeso temporaneamente il Mali e ha annunciato l’invio nel Paese di una missione per valutare la situazione dopo che soldati disertori hanno dichiarato il colpo di Stato. Lo ha detto il presidente della Commissione dell’Ua, Jean Ping, a una delegazione di funzionari che hanno tenuto oggi nella capitale etiope Addis Abeba un incontro di emergenza per la pace e la sicurezza. Ping non ha però fornito dettagli della missione. Il Mali, ha affermato, sta attraversando “una crisi molto seria” e il golpe è stato una grande sconfitta per il Paese e per tutti gli sforzi per la democrazia in Africa. Il portavoce di Ping, Noureddine Mezni, spiega che ai sensi della normativa dell’Ua il Mali sarà temporaneamente sospeso dall’organizzazione.
Intanto i ribelli tuareg del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad non fermano la propria lotta nel nord del Paese. Come conferma il colonnello Dilal ag Alsherif, intrervistato via telefono satellitare da Associated Press, gli insorti stanno avanzando verso Kidal, roccaforte del governo nel nord, dopo che decine di soldati dell’esercito hanno abbandonato la propria posizione in seguito al colpo di Stato. Durante il colloquio, Ag Alsherif ha detto di parlare da un luogo “molto vicino a Kidal. “Potete dire – ha aggiunto – che l’ho quasi raggiunta”. I suoi uomini, conferma, hanno preso ieri il controllo di Anefis, a sud della stessa Kidal, senza dover combattere. Molti soldati dell’esercito si sono infatti ritirati e sono scomparsi nel deserto. A Gao, poco più a sud, la popolazione ha emesso un “codice rosso”, in seguito alla notizia secondo cui i ribelli potrebbero attaccare la città già nel fine settimana. A Timbuktu, invece, un membro delle milizie cittadine spiega che i ribelli li hanno contattati per comunicare la volontà di prendere il controllo della città. La milizia conferma però che non lascerà la zona.
La cattiva gestione da parte del governo dell’insurrezione dei ribelli nel nord, iniziata a gennaio, è stata indicata dai militari golpisti come principale motivazione del colpo di Stato. Dopo l’attacco di mercoledì e ieri al palazzo presidenziale, ancora non sono chiare le sorti del presidente Amadou Toumani Toure. Molti temono che i ribelli attivi nel nord del Paese africano possano avvantaggiarsi del vuoto di potere e prendere il controllo di strategiche città del nord. Ma i golpisti sembrano non essere così sicuri della propria forza. Come conferma un residente, infatti, i militari che hanno rovesciato Toure hanno innalzato barricate fuori dalla televisione di Stato, di cui hanno sospeso le trasmissioni, proprio per il timore di un controattacco da parte delle truppe leali al presidente.
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