Mosca (Russia), 10 mar. (LaPresse/AP) – Circa 20mila persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata dall’opposizione a Mosca per protestare contro le presunte frondi delle ultime elezioni presidenziali, vinte da Vlamidir Putin con il 64% delle preferenze. Le autorità della Capitale hanno dato un permesso per una dimostrazione di 50mila persone su Novy Arbat, una delle maggiori strade della capitale, costellata da grattacieli risalenti agli anni ’60. Ma gli organizzatori puntavano a una partecipazione ben più ampia.

“Se raggiungeremo un grande numero, se verranno a manifestare 100mila persone, allora saremo in grado di ottenere risultati velocemente. In caso contrario, il lavoro sarà più lungo”, aveva detto prima dell’inizio della protesta Sergei Udaltsov, uno dei leader della protesta, a capo del Fronte di sinistra, che poi ha aggiunto dal palco: “Dobbiamo fare del nostro meglio per far sì che il Cremlino sia libero dall’impostore prima del 7 maggio”, in riferimento alla data di insediamento di Putin. Al termine della protesta, che si è svolta in modo pacifico, Udaltsov è stato fermato dalla polizia assieme a due sostenitori per aver provato a marciare verso piazza Pushkin. Lo scorso anno il leader di sinistra ha trascorso un totale di tre mesi in carcere dopo essere stato arrestato per aver sfidato i divieti delle autorità cittadine o le restrizioni alle sue proteste. Nelle prime fasi del corteo la polizia aveva fermato anche 25 nazionalisti. Circa 40 persone sono state arrestate anche a San Pietroburgo per aver provato a manifestare senza l’ok delle autorità.

Il principale slogan dell’opposizione, come dimostrava uno striscione sul palco, era: “Queste non sono state elezioni. Questo non è un presidente”. Per il corteo sono stati dispiegati 2.500 tra poliziotti, militari e ausiliari civili. “Questa – ha detto il campione di scacchi Garry Kasparov, tra le figure più in vista tra gli oppositori – è stata l’operazione speciale di un teppista che ha voluto tornare al Cremlino” .

“Non credo che queste elezioni siano state giuste. Ci sono state un sacco di frodi”, ha commentato la studentessa 18enne Elizaveta Chernysheva. L’attore russo Maksim Vitorgan, che ha fatto parte delle migliaia di osservatori indipendenti che hanno monitorato volontariamente il voto presidenziale, sostiene invece che “una parco divertimenti potrebbe invidiare” la grande serie di frodi a cui ha assistito. “Qui – aggiunge – siamo tutti umiliati e insultati. Putin ha vinto la guerra dei numeri. È un presidente dei numeri, non delle persone. Noi conosciamo la verità. Ma cosa dovremmo farcene?”.

Nonostante la partecipazione di oggi sia inferiore rispetto a quella delle precedenti manifestazioni, altri dimostranti rimangono ottimisti sul futuro del movimento. Mikhail Solontsev, studente di 19 anni, che marcia con l’opposizione da dicembre, sostiene che la pressione su Putin sia già alta e che ora tocchi alla gente fare di più. “Dipende da noi se si dimetterà o no, ma lui è già spaventato da noi”, ha commentato il giovane.

I controlli sulle proteste sono molto rigidi. Lunedì, il giorno dopo il voto, la polizia ha arrestato circa 250 persone che stavano partecipando a un sit-in in una delle piazze principali di Mosca dopo che l’autorizzazione per la manifestazione era scaduta. La stessa sera, circa 300 persone sono state arrestate a San Pietroburgo dopo aver provato a tenere una dimostrazione non autorizzata. Il contesto in cui si svolge la marcia oggi è molto particolare. Novy Arbat è infatti una grande strada che conduce fino al centro della capitale, utilizzata per andare in direzione del Cremlino. Tuttavia, le autorità hanno già fatto sapere che ogni tentativo di marciare oltre tempi e luoghi indicati dall’autorizzazione sarà impedito.

Intanto nella notte il presidente Usa Barack Obama ha telefonato a Putin per congratularsi per la vittoria alle presidenziali. La Casa Bianca riferisce che i due si sono detti d’accordo a continuare il dialogo sulle questioni su cui Usa e Russia hanno avuto delle differenze, tra cui i prossimi passi da intraprendere in Siria. Obama, aggiunge la Casa Bianca, ha detto a Putin che i due Paesi devono lavorare insieme e ha sottolineato la cooperazione sul disarmo nucleare, sulle sanzioni all’Iran e sull’Afghanistan.

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