Buenos Aires (Argentina), 28 feb. (LaPresse/AP) – Il presidente argentino Cristina Fernandez ha chiesto che i responsabili dell’incidente ferroviario in cui sono morte 51 persone siano determinati in non più di 15 giorni. Parlando dalla città settentrionale di Rosario in occasione del bicentenario della creazione della bandiera nazionale, ha risposto subito alle critiche di chi l’accusa di aver atteso troppo tempo per pronunciarsi sulla tragedia, avvenuta a Buenos Aires mercoledì scorso, dicendo di non aspettarsi da parte sua l’offerta di soluzioni semplicistiche o fotografie con i sopravvissuti. “Non speculo mai sulla morte”, ha spiegato in un discorso in cui ha spesso citato il marito defunto Nestor Kirchner.
La ‘presidenta’ ha definito il suo governo il miglior protettore del popolo e nonostante non abbia mai usato la parola ‘nazionalizzare’ nel discorso, ha rivendicato la necessità di attuare misure imposte dall’esecutivo per fronteggiare le sfide dell’Argentina. “Prenderò le decisioni necessarie non appena sarà conclusa l’indagine”, ha spiegato la Fernandez, che ha poi esortato “il sistema giudiziario a determinare le persone direttamente e indirettamente responsabili in non più di 15 giorni”. “Quaranta milioni di argentini e questo presidente – ha aggiunto – vogliono sapere chi è responsabile”.
Molti suoi sostenitori l’hanno sollecitata a interrompere le concessioni garantite alla compagnia privata Trenes de Buenos Aires. Secondo le autorità, infatti, la società non rispetta i requisiti di sicurezza nonostante abbia vinto il contratto per gestire un terzo del sistema ferroviario della capitale durante una privatizzazione attuata negli anni ’90. La compagnia ha a sua volta incolpato il governo per i problemi, sostenendo che i prezzi dei biglietti e le sovvenzioni statali siano troppo bassi per coprire i costi di miglioramenti della sicurezza e pagare stipendi o indennità ai dipendenti. I sindacati hanno accusato la società di aver ignorato più volte i loro avvertimenti sui problemi alla sicurezza.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata