Kabul (Afghanistan), 25 feb. (LaPresse/AP) – Quinto giorno di proteste in Afghanistan contro il rogo di copie del Corano avvenuto martedì nella base americana di Bagram. Proteste pacifiche si sono svolte questa mattina nelle province di Nangarhar, Logar e Paktia. Nella provincia di Laghman, invece, un migliaio di dimostranti ha lanciato sassi contro la polizia e tentato di assaltare la casa del governatore locale. Lo hanno fatto sapere fonti ufficiali, riferendo che tre poliziotti, due agenti dell’intelligence e tre civili sono rimasti feriti nella calca. Inizialmente le proteste si sono svolte in maniera pacifica, ma il capo della polizia Abdul Rahman Sarjang ha riferito che sono molto presto diventate violente, anche a causa della presenza di persone armate tra la folla. Sinora non c’è notizia di vittime, ma l’ufficiale ha aggiunto che molte persone sono state calpestate dalla folla che avanzava.

Gli agenti, ha continuato, hanno tentato di contenere la protesta, ma non hanno usato armi da fuoco per timore che anche i soli colpi in aria potessero peggiorare la situazione. Sinora almeno 25 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite da quando martedì i testi sacri sono stati bruciati. Gli Stati Uniti si sono scusati per il fatto, definendolo un terribile errore, ma questo non è bastato a placare l’ira di migliaia di persone, scese nelle strade per protestare.

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