Il Cairo (Egitto), 4 feb. (LaPresse/AP) – Continuano gli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza al Cairo, in Egitto. Diverse centinaia di persone sono tornate stamani in piazza Tahrir e davanti al vicino ministero dell’Interno, sia per protestare contro i governanti militari, per la cattiva gestione della transizione verso la democrazia, sia contro la polizia, che non avrebbe evitato gli scontri tra tifosi di mercoledì a Port Said, dove sono morte 74 persone. Come ieri, le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni contro la folla. Il ministero della Salute ha reso noto che 2.500 persone sono rimaste ferite nei tre giorni di scontri. Il bilancio dei morti di ieri è stato alzato a 11.
Cinque ragazzi hanno perso la vita a Suez, dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro migliaia di contestatori raccolti fuori dal quartier generale della polizia. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ufficiale Mena, avevano un’età compresa tra 18 e 21 anni. Altre cinque le vittime al Cairo, dove gli agenti hanno cercato di contenere le manifestazioni usando gas lacrimogeni e pistole a pallini. Il numero delle vittime è stato fornito da un funzionario di sicurezza e da un medico volontario.
Abdolheliem Mahmoud, medico di un ospedale da campo di piazza Tahrir, ha detto che le ultime vittime sono decedute stamani a causa di ferite alla testa e al torace riportate negli scontri andati avanti durante la notte. Un altro manifestante, ha aggiunto, è in condizioni critiche. Gli ospedali da campo sono stati istituiti nelle strade vicine al ministero dell’Interno per assistere centinaia di casi di soffocamento da inalazione di gas lacrimogeni. L’ultima vittima, secondo quanto rivelato da una fonte ufficiale che ha chiesto di restare anonima, è un agente di sicurezza che è stato investito da un blindato della polizia fuori dall’edificio del ministero.
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