Dakar (Senegal), 28 gen. (LaPresse/AP) – Tensioni in Senegal in vista delle presidenziali del prossimo 26 febbraio. Dopo gli scontri seguiti alla pubblicazione della lista dei candidati, il cantante Youssou N’dour ha annunciato che presenterà oggi ricorso contro la decisione di non ammettere la sua candidatura. “Non lascerò passare la cosa così perché quando decido di fare qualcosa la porto avanti fino in fondo quindi presenterò appello”, ha detto N’dour dopo che ieri sera la Corte costituzionale ha diffuso la lista. “Il fatto che la mia candidatura sia stata considerata inaccettabile è una questione politica”, ha aggiunto Youssou N’dour parlando alla tv di sua proprietà.
La pubblicazione della lista ha suscitato scalpore soprattutto perché, a fronte dell’esclusione di N’dour, è stato invece ammesso l’attuale presidente Abdoulaye Wade, che corre per il terzo mandato di sette anni. Dopo che è salito al potere nel 2000, la Costituzione è stata modificata per imporre un limite massimo di due mandati per la presidenza, ma Wade sostiene che la legge non sia retroattiva e quindi non sia applicabile al suo caso. Poche ore dopo la pronuncia della Corte costituzionale il presidente ha tenuto un discorso alla nazione. “Smettiamola con queste dimostrazioni di collera che non portano a nulla”, ha detto riferendosi alle proteste di piazza seguite all’annuncio. “Non ho chiesto niente se non l’applicazione della legge e la decisione presa è espressione della legge”, ha continuato Wade secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa di Stato.
Avvocato con più lauree conseguite in Francia, l’85enne Wade ha trascorso 25 anni come leader dell’opposizione. Prima di essere eletto 11 anni fa si è candidato e ha perso quattro volte. La sua vittoria fu accolta come un passo avanti verso la democrazia dopo il lungo governo di Abdou Diouf anche perché quest’ultimo per la prima volta nella storia del Paese chiamò il vincitore per ammettere la sconfitta. Da quando ha assunto l’incarico, Wade è stato sempre più criticato: prima per aver delegato una parte del potere sempre crescente al figlio e in secondo luogo anche per gli scandali di corruzione che hanno colpito la sua amministrazione. Nel 2007 ha vinto un secondo mandato presidenziale e allora disse ai giornalisti che non si sarebbe candidato per un terzo mandato; successivamente cambiò versione, affermando che la legge che impone il limite di due mandati è stata imposta dopo la sua elezione e quindi non è applicabile retroattivamente al suo caso.
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