Qalachwalan (Iraq), 9 gen. (LaPresse/AP) – Il vice presidente iracheno, il sunnita Tariq al-Hashemi, sostiene che la richiesta di processarlo a Baghdad danneggia gli sforzi per porre fine alla crisi politica del Paese. Il governo guidato dal primo ministro sciita Nouri al-Maliki lo ha accusato di terrorismo per esser stato a capo di una squadra che ha assassinato funzionari del governo. Al-Hashemi, che nega le accuse, si trova al momento nella regione semiautonoma curda al nord, dove le forze di sicurezza non possono arrestarlo. In un’intervista rilasciata oggi dalla città curda di Qalachwalan, ha ripetuto la convinzione che a Baghdad non affronterebbe un giusto processo e la sua sicurezza non sarebbe inoltre garantita. Al contrario, ha aggiunto che un procedimento nella città etnicamente divisa di Kirkuk potrebbe svolgersi in maniera corretta. Il ministero dell’Interno iracheno, che al-Maliki controlla, ieri ha invitato formalmente le autorità curde a consegnare il vice presidente. Finora non hanno accettato. Secondo Al-Hashemi, che al momento è ospite del presidente iracheno Jalal Talabani, le forze di sicurezza legate ad Al-Maliki esercitano una notevole influenza sul sistema giudiziario del Paese e probabilmente chi lo accusa è stato costretto a fare simili confessioni.
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