Quito (Ecuador), 4 gen. (LaPresse/AP) – Una Corte d’appello dell’Ecuador ha confermato la sentenza di un tribunale di prima istanza che a febbraio scorso aveva condannato Chevron a pagare 18 miliardi di dollari per i danni di inquinamento da petrolio nella foresta amazzonica risalenti a vent’anni fa. I querelanti hanno ribadito in un comunicato che la decisione del tribunale si basa su prove scentifiche presentate durante il processo, da cui risulta che rifiuti tossici furono riversati in fiumi. “La Corte – si legge nella nota – si è basata su prove che dimostrano che Chevron ha violato i diritti delle comunità in cui ha lavorato”. Il processo riguarda danni causati alla foresta pluviale da Texaco, acquistata da Chevron nel 2001.

Il colosso petrolifero ha criticato la sentenza e ha annunciato che presenterà appello in tribunali fuori dall’Ecuador. “La decisione di oggi è un altro esempio della politicizzazione e corruzione del sistema giudiziario ecuadoregno che ha caratterizzato questo caso fin dall’inizio”, ha affermato Chevron in un comunicato. I querelanti avevano accusato la società di aver corrotto un tribunale locale per nascondere la portata della contaminazione. Il caso giudiziario si è aperto nel 1993 a New York, ma fu interrotto dopo tre anni e poi il processo si riaprì in Ecuador nel 2003. I 47 querelanti hanno agito a nome di circa 30mila persone colpite dalla contaminazione e malattie causate dalle operazioni di Texaco nel Paese tra il 1972 e il 1990.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata