Des Moines (Iowa, Usa), 3 gen. (LaPresse/AP) – Si aprono alle 19 locali, l’1 di notte in Italia, le primarie repubblicane negli Stati Uniti. Si parte con i caucus in Iowa, dove a votare saranno soltanto gli attivisti del partito, mentre le primarie vere e proprie inizieranno con il voto nel New Hampshire della prossima settimana. Primo nei sondaggi l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, seguito a poca distanza dal texano Ron Paul e con l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum in rapida crescita.
I caucus, essenzialmente incontri di comunità, si tengono in tutte le circoscrizioni dello Stato, alcuni in piccoli borghi dove vota una manciata di persone, altri in grandi comunità o scuole. In tutto, i repubblicani quest’anno si riuniranno in circa 800 luoghi. L’Iowa è un piccolo stato che negli anni passati ha visto partire l’ascesa del repubblicano George W. Bush e del democratico Al Gore alle nomination del 2000. Ha spinto John Kerry a diventare sfidante di Bush nel 2004 e, infine, ha assegnato la prima vittoria a Barack Obama nel 2008 tra i democratici, anche se dal lato repubblicano in Iowa vinse Mike Huckabee e non John MaCain, poi sfidante dell’attuale presidente. Stato agricolo, con un’alta età media, troppo religioso e bianco rispetto al resto del Paese, l’Iowa non è sicuramente un campione rappresentativo degli interi Stati Uniti, ma i sei candidati in corsa (Rick Perry, Mitt Romney, Newt Gingrich, Rick Santorum, Michele Bachmann, Ron Paul) vogliono partire con il piede giusto, sperando che un buon risultato possa aumentare le loro chance in New Hampshire e negli altri Stati dove arriveranno poi le primarie.
Negli ultimi giorni di campagna un fiducioso Romney ha cercato di consolidare lo slancio nella corsa presidenziale, mentre i suoi rivali hanno lavorato per attrarre l’oltre un terzo di indecisi e far crollare la percezione che sia lui il candidato più favorito a sconfiggere il presidente Barack Obama a novembre. Il mormone Romney, moderato che è riuscito a ottenere consensi sia tra i più conservatori sia tra i centristi, procede con un occhio rivolto alla sfida in Iowa e uno già verso la Casa Bianca. Obama è stato “un grande divisore, un lamentoso, ha sempre trovato un sacco di scuse e un grande accusatore”, ha incalzato in uno dei suoi ultimi discorsi. Perché il ‘professionista’ Romney sull’Iowa non ha dubbi: “Vinceremo, con tutta la nostra passione e la nostra forza”.
Ex finanziere della Bain Capital, imprenditore che ricorda di provenire “dall’economia reale”, Romney non convince tuttavia al 100% il partito anche a causa della fede, dei suoi cambiamenti di idea, delle aperture all’aborto e del sostegno a una riforma sanitaria non molto diversa da quella di Obama. “I candidati moderati che cercano di fare appello ai moderati finiscono per perdere”, ha attaccato l’ultraconservatore e religioso Santorum. “Non accontentatevi di meno di quello di cui l’America ha bisogno per cambiare”. È lui, ex senatore della Pennsylvania, a presentarsi come la rivelazione degli ultimi giorni. Antiabortista e deciso di “bombardare l’Iran se necessario”, il suo obiettivo è quello di convogliare su di sé il sostegno dei conservatori sociali e religiosi, al momento divisi tra più nomi ma che costituiscono un’importante fetta della base del Great old Party. L’ultimo sondaggio lo vede al 15%, contro il 24 di Romney e il 22 del libertario Paul. Quest’ultimo, che promette di conferire più potere ai singoli Stati, limitare quello del governo centrale e abolire la Fed, potrebbe ottenere un buon risultato in uno Stato non proprio progressista. Poche tuttavia le possibilità per lui di arrivare alla Casa Bianca, come ha inaspettatamente ammesso ieri. “Non m’illudo – ha risposto in un’intervista su Abc News -. Sapete quali sono le probabilità (di raggiungere lo Studio Ovale). Le probabilità sono scarse”.
Anche se l’esito della corsa alla nomination non è per niente scontato, la campagna moderata di Romney in Iowa sembra comunque aver funzionato. Il potente blocco dei protestanti è diviso tra Santorum, l’ex speaker della Camera Newt Gingrich, il governatore del Texas Rick Perry e la deputata del Minnesota Michele Bachmann. Secondo un sondaggio condotto da Nbc/Marist la settimana scorsa, molti abitanti dello Stato vogliono un candidato che condivida i loro valori, ma altrettanti cercando qualcuno in grado di affrontare Obama. “La prima cosa che noti parlando con un repubblicano dell’Iowa – fa notare Matt Strawn, il presidente del partito nello Stato – è il desiderio di sconfiggere Obama”.
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