Il Cairo (Egitto), 2 gen. (LaPresse/AP) – Il generale sudanese Mohamed Ahmed Mustafa al-Dabi, a capo della missione della Lega araba in Siria, “è un militare capace con una reputazione pulita”. Lo ha detto Nabil Elaraby, segretario del gruppo, spiegando che l’ufficiale sta portando avanti la sua missione in maniera perfetta. La difesa della Lega araba arriva in seguito a diverse controversie nate attorno alla figura di al-Dabi, che in passato ha ricoperto importanti cariche di sicurezza sotto il presidente sudanese Omar al-Bashir, ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità in Darfur.
Amnesty International è tra i gruppi che denunciano la scelta di al-Dabi alla guida della missione in Siria. L’organizzazione riferisce in particolare che il generale è stato a capo dell’intelligence dell’esercito di al-Bashir fino all’agosto 1995, quando sono stati commessi crimini contro l’umanità e gravi violazioni dei diritti umani. In seguito al-Dabi è stato eletto alla guida di un’agenzia di sicurezza esterna. “Nei primi anni ’90 – spiega Amnesty – l’intelligence militare in Sudan è stata responsabile di arresti arbitrari e detenzioni, sparizioni forzate, torture e altri trattamenti simili nei confronti di numerose persone”.
“La scelta della Lega araba di nominare a capo di una missione di osservatori un generale sudanese sotto la cui guida sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani in Sudan rischia di danneggiare gli stessi sforzi della Lega”, continua Amnesty. “Questo – prosegue la nota del gruppo – mette seriamente in dubbio la credibilità della missione in Siria”.
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