Teheran (Iran), 25 dic. (LaPresse/AP) – La condanna a morte di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana accusata di adulterio nel 2006 dopo l’omicidio del marito, sarà portata a termine. Un ufficiale giudiziario ha infatti fatto sapere oggi che gli esperti stanno cercando di capire se la condanna alla lapidazione, comminata alla donna per una relazione extra coniugale, possa essere trasformata in impiccagione. Sakineh è ancora in carcere, dove sta scontando una sentenza a 10 anni per aver preso parte all’uccisione del marito come complice. In seguito alle proteste della comunità internazionale, la condanna a morte per adulterio era stata sospesa a luglio 2010.
“Non c’è fretta. Stiamo aspettando di vedere se possiamo portare a termine l’esecuzione di una persona condannata alla lapidazione con l’impiccagione o no”, ha detto Malek Ajdar Sharifi, capo del dipartimento di Giustizia della regione iraniana dell’Azerbaijan orientale, dove la donna è detenuta. “Non appena i risultati (dell’indagine, ndr) saranno disponibili, porteremo a termine la sentenza”, ha continuato, secondo quanto riporta l’agenzia semi-ufficiale Isna. L’accusa di adulterio nei confronti di una donna sposata, ha spiegato, prevede appunto la punizione per lapidazione. L’Ayatollah Sadeq Larijani, ha spiegato ancora Sharifi, aveva ordinato di fermare l’esecuzione per permettere agli esperti di islamici di indagare se la punizione possa essere modificata.
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