Praga (Repubblica Ceca), 18 dic. (LaPresse/AP) – L’ex presidente ceco Vaclav Havel, l’eroe della rivoluzione di velluto del 1989, è morto all’età di 75 anni. Havel fu il primo presidente democraticamente eletto dopo la rivoluzione pacifica, che pose fine a quattro decenni di repressione da parte del regime comunista che lui definiva ‘Absurdistan’. Si è spento nella sua casa nel nord della Repubblica Ceca. L’ex presidente fu anche un impegnato drammaturgo teatrale che scriveva su temi politici per animare dal basso la protesta contro il comunismo. Come presidente, l’ex drammaturgo supervisionò il passaggio verso la democrazia e l’economia di mercato e la pacifica rottura nel 1993 tra Repubblica Ceca e Slovacchia.
Ex fumatore accanito, Havel aveva problemi respiratori cronici che risalivano al periodo trascorso in prigione quando era un dissidente del regime. Il 12 gennaio del 2009 era stato ricoverato a Praga per un’infiammazione e, da quando si era sottoposto a un intervento alla gola, aveva difficoltà a respirare. Havel aveva lasciato la presidenza della Repubblica Ceca nel 2003, cioè 10 anni dopo la separazione della Cecoslovacchia e pochi mesi prima dell’adesione di Repubblica Ceca e Slovacchia all’Unione europea. A lui viene infatti riconosciuto il merito di aver posto le basi per l’ingresso della Repubblica Ceca nel blocco a 27. Fu anche sotto la sua presidenza che il Paese entrò nella Nato nel 1999.
Più volte candidato a ricevere il Nobel per la Pace, aveva ricevuto molti riconoscimenti internazionali anche per i suoi sforzi in difesa di popolazioni oppresse come quelle di Darfur e Birmania. Tra le onorificenze conferite a Havel, anche il premio svedese Olof Palme e la medaglia presidenziale per la libertà, cioè il più grande riconoscimento degli Stati Uniti per i civili, che gli fu assegnato dall’ex presidente Usa George W. Bush.
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