Wellington (Nuova Zelanda), 25 nov. (LaPresse/AP) – Si tengono domani in Nuova Zelanda le elezioni parlamentari. Grande favorito è il Partito nazionale del primo ministro John Key, di centrodestra, che potrebbe diventare la prima formazione politica a ottenere la maggioranza assoluta da quando, nel 1996, il Paese ha adottato un sistema proporzionale. Se questo non dovesse avvenire, Key sarà costretto a trovare partner politici per formare un governo stabile. Quello che non è in dubbio, comunque, è la popolarità del premier. Dopo tre anni al potere, i sondaggi indicano che Key, soprannominato ‘Teflon John’, è molto in vantaggio rispetto al principale oppositore, il leader del Partito laburista Phil Goff.
La campagna elettorale del primo ministro si è concentrata soprattutto sull’economia. Key ha promesso di riportare il Paese in surplus e ricominciare a pagare il debito nazionale entro tre anni. Tra le altre promesse anche la vendita delle quote di minoranza di quattro compagnie energetiche nazionali e della compagnia aerea Air New Zealand. Provvedimenti a cui il Partito laburista si oppone. Goff, infatti, promette di non vendere beni di proprietà pubblica e di riuscire a trovare il denaro per altre vie, introducendo ad esempio una tassa sul reddito e alzando a 67 anni l’età per andare in pensione.
L’unico piccolo inciampo della campagna di Key si è verificato pochi giorni fa, quando, in un caffè di Auckland, il premier stava incontrando un alleato politico. Dopo le foto di rito, Key ha chiesto di essere lasciato solo per parlare privatamente con l’uomo, ma un giornalista non ha spento la telecamera registrando la conversazione. Come accusa l’opposizione, che ha potuto leggerne la trascrizione, durante il colloquio, mai pubblicato integralmente, il premier avrebbe rilasciato commenti politici duri e imbarazzanti. In seguito alla vicenda la polizia ha inviato mandati di perquisizione a quattro testate giornalistiche, in cerca del nastro e del materiale video.
Accreditati di un buon risultato al voto di domani sono anche i Verdi, che i sondaggi danno al 12%. Si tratterebbe del loro miglior risultato di sempre. Gli elettori dovranno anche decidere se mantenere l’attuale sistema di voto. C’è chi vuole tornare alla formula maggioritaria, ma sembra che la maggioranza degli aventi diritto rimanga a favore del sistema proporzionale.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata